BUSTO ARSIZIO – «Girava voce che avrebbe chiuso. Ma chiedendo informazioni ai diretti interessati, rispondevano che non c’erano comunicazioni in merito». Invece è successo. E da ieri, 4 giugno, la palestra “Up level” di Busto Arsizio ha terminato la sua attività «senza preavviso», lamentano gli iscritti. Che di fronte ai tentativi di avere chiarimenti dal call center, l’unica risposta che hanno ricevuto è un telefono che squilla a vuoto. Al punto che ora c’è chi sta già pensando di prendere provvedimenti: «Alcuni paventano di agire per vie legali».
«Nessuna risposta»
Ci sono abbonati che si sono presentati in palestra per l’allenamento domenicale, «invece hanno trovato la porta chiusa», raccontano gli iscritti (che dicono essere «circa 3800»). Di conseguenza, sono state inevitabili le chiamate rivolte alla struttura di via delle Allodole per avere informazioni. Senza successo: «Abbiamo provato a telefonare al call center e a scrivere sui social, ma non abbiamo ricevuto risposte». Quanto basta per spingere qualcuno a rivolgersi direttamente all’associazione Altroconsumo – la realtà per la tutela e la difesa dei consumatori più diffusa in Italia – con l’obiettivo di «procedere per vie legali».
La (non) soluzione di Gallarate
Nel frattempo, tutti gli iscritti sono stati trasferiti in un’altra sede della palestra, a Gallarate. «All’ingresso nessuno sapeva che saremmo arrivati, non avevano nemmeno i nostri dati», spiegano. «Ci hanno fatto allenare senza problemi, ma lascia ben capire il tipo di organizzazione della “Up level”».
Anche se, in ogni caso, si tratta di una soluzione che non riesce a tamponare lo smacco ricevuto. Infatti, «molti abbonati abitano a Ferno o a Magnago, per esempio. Quindi avevano scelto la palestra di Busto per comodità, perché era vicino a casa». Continuare il proprio percorso sportivo a Gallarate non è considerata un’ipotesi accettabile: «Per qualcuno risulta impraticabile».