Istruttrice di pilates circuisce anziana: via 300mila euro. La scopre la Polizia di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Aveva carpito la fiducia di un’anziana donna benestante di 75 anni per depredarla del suo patrimonio, arrivando ad appropriarsi di più di 300mila euro per potersi pagare costosi viaggi e il canone d’affitto dei locali della sua palestra: una istruttrice di pilates di 51 anni, A.L. di origini sarde, è stata accusata di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. Si era spinta fino a farsi nominare erede universale dall’anziana vittima, per poi collocarla in una casa di riposo in Emilia Romagna per poter agire indisturbata.

Le indagini della Polizia di Busto

Aggredisce poliziotti arrestato Busto poliziaLe indagini, condotte dal Commissariato di Polizia di Stato di Busto Arsizio, si sono concluse con la notifica di un avviso di garanzia nei confronti dell’insegnante di pilates, una cinquantunenne italiana, accusata di aver circuito un’anziana benestante per appropriarsi del suo patrimonio. Chiamato in causa anche il fratello di quest’ultima, un imprenditore residente e operante all’estero, al quale si contestano la ricettazione e il riciclaggio di parte dei beni sottratti alla vittima. I fatti risalgono al biennio 2016/2018: gli inquirenti, i poliziotti di via Ugo Foscolo, coordinati dalla Procura della Repubblica e con la collaborazione degli uomini della Guardia di Finanza per ricostruire i complessi passaggi di denaro, erano intervenuti in seguito ad una segnalazione ricevuta dai parenti della vittima, una donna di 75 anni nubile e senza figli, dopo che questa era stata inopinatamente collocata in una casa di riposo in Emilia Romagna su decisione della istruttrice di pilates.

Si è appropriata di 300mila euro

Le indagini hanno mostrato che la cinquantunenne, dopo aver conosciuto l’anziana e averne carpito astutamente la fiducia, aveva messo in atto una serie di operazioni per poter disporre a suo piacimento del patrimonio di quest’ultima e appropriarsi, in totale, di oltre 300mila euro. Dapprima si era fatta designare amministratrice di sostegno della settantacinquenne “in previsione della sua eventuale e futura incapacità”, quindi aveva chiuso i conti bancari della vittima trasferendo i fondi su un conto online cointestato ad entrambe ma sul quale, di fatto, operava solo lei, essendo l’anziana priva di computer e incapace di navigare su internet; ma non solo, la truffatrice aveva stipulato una polizza sulla vita della vittima della quale era lei la beneficiaria, ne aveva corretto il testamento facendosi nominare erede universale, si era fatta conferire una procura generale che le consentiva di agire per suo conto e si era fatta consegnare i preziosi di famiglia.

Spese personali alle spalle della vittima

I beni della vittima, in parte girati su conti del fratello che a sua volta li ritrasferiva su altri conti riconducibili anche alla sorella in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza, venivano utilizzati dalla cinquantunenne per scopi personali, come il pagamento di costose vacanze in Kenya e alle Hawaii ma anche del canone di affitto dei locali utilizzati dalla sua palestra di pilates. Il tutto isolando sempre di più l’anziana, impedendole di frequentare le amiche, licenziando la badante e infine collocandola nella casa di riposo fuori regione.

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