Busto ricorda don Isidoro Meschi, 31 anni dopo. «In lui il Vangelo ha preso carne»

busto don isidoro

BUSTO ARSIZIO – Una Messa in Basilica di San Giovanni ha ricordato oggi, 13 febbraio, il trentunesimo anniversario della tragica scomparsa di don Isidoro Meschi, il “prete degli ultimi” di Busto Arsizio, allora coadiutore della parrocchia di San Giuseppe. La ha celebrata monsignor Luca Raimondi, vescovo ausiliario di Milano e vicario episcopale per la zona di Rho, già vicario della parrocchia bustocca di San Michele. Erano presenti il sindaco Emanuele Antonelli, la vicesindaco Manuela Maffioli e l’ex sindaco Gigi Farioli.

L’omelia

«Don Isidoro è un prete dove il Vangelo ha preso carne – lo ricorda così don Luca Raimondi nel corso dell’omelia – non solo nell’attenzione agli ultimi, ma nella cultura, nei ragazzi della scuola, con la polvere dell’oratorio, con la sua tonaca fedele, mai vergognandosi della sua testimonianza». Riferimenti all’impegno di don Meschi come insegnante di religione al liceo classico Crespi e come giornalista, direttore del settimanale cattolico varesino “Luce”.

“Grazie per averci donato don Isidoro”

Commentando il Vangelo del giorno, che parla della guarigione di dieci lebbrosi da parte di Gesù, il vescovo sostiene che la Parola del Signore di oggi «ci ha attualizzato don Isidoro». Il quale, le parole di Raimondi, «ha vissuto questo avvicinamento tra Dio e gli uomini, ha vissuto la sua vita come un grazie, non importa se breve, se troppo poca, ma gli importava spendere la vita per il Signore. Ha vissuto come Gesù, fino all’effusione del sangue. Grazie Signore per averci donato don Isidoro».

Il “delitto di San Valentino”

Domani, 14 febbraio, ricorreranno i 31 anni dalla tragedia di San Valentino che costò la vita a don Isidoro Meschi. Aveva solo 45 anni e fu pugnalato al cuore da un amico con gravi problemi psichici, Maurizio Debiaggi, nei pressi della comunità “Marco Riva”, il centro di recupero per tossicodipendenti che aveva contribuito a creare in una cascina ristrutturata al Redentore.

La beatificazione

In città la devozione nei confronti della figura di don Isidoro, che era originario di Merate in provincia di Lecco, è ancora fortissima. La pandemia però ha impedito anche quest’anno lo svolgersi delle manifestazioni che avevano caratterizzato il giorno di San Valentino nel nome di don Meschi. Nel corso della Messa è stata letta la “Preghiera per la Beatificazione”, particolarmente cara all’Associazione “Amici di Don Isidoro”, nata 15 anni fa, che ha sollecitato l’avvio del processo di beatificazione del sacerdote.

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