Busto, dalla Valle di Ezechiele il Natale dei detenuti: primo cesto al ministro Cartabia

BUSTO ARSIZIO – Tornano nella loro seconda edizione i cesti di Natale della cooperativa sociale “La Valle di Ezechiele”, che raccolgono e offrono prodotti alimentari delle cooperative operanti nelle carceri di tutto lo stivale d’Italia: la pasta dell’Ucciardone di Palermo, le confetture di Sondrio, il caffè di Pozzuoli, i biscotti di Verbania. La cooperativa, nata alla casa circondariale di Busto Arsizio per offrire opportunità lavorative a persone detenute, riceverà il taglio del nastro lunedì, 25 ottobre, dal ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che, dopo una visita al penitenziario, si recherà al capannone di Fagnano Olona, per celebrarne l’inaugurazione. A lei il dono del primo cesto di Natale e della prima cassetta in legno, che le verranno omaggiati dalle persone che stanno scontando la pena in misura alternativa alla detenzione, con un contratto di lavoro nella cooperativa.

La proposta della cooperativa

I cesti prendono il nome dai Re Magi, perché sono un dono, da porgere, come i Magi al Bambino Gesù. Poiché quest’anno ai tre cesti creati l’anno scorso – da 25, 50 e 75 euro, a seconda della capienza e del numero dei prodotti – si aggiunge una pregevole cassetta in legno, ecco il quarto re, che la tradizione chiama Artaban: giunto troppo tardi alla grotta, per aver dilapidato i suoi preziosi ai tanti poveri che chiedevano aiuto. Gaspare, Melchiorre e Baldassarre per i tre sacchi. I sacchi in juta, in cui si alloggeranno i frutti del lavoro carcerario, trattengono una refurtiva assai preziosa: sia perché i prodotti sono di alta qualità, sia per il valore umanitario che realizzano. La coreografia del Natale difficilmente si sposa col mondo della detenzione, perché accende lumi sugli ultimi che, non sarebbero causa della propria condizione svantaggiata. La proposta della cooperativa infatti non vuole allargare le maglie di una sensibilità natalizia, del resto ancora lontana nel mese di ottobre, ma vuole osare altro: non fare la carità, dare lavoro. Nessuno vuole fare carità e i carcerati non la desiderano.

Il valore oltre il regalo

Acquistando questi cesti non si fa un regalo solo a chi li riceve, ma anche e soprattutto a chi li produce: mamme e papà che potranno onestamente guadagnarsi di poter mandare a casa un regalo ai propri bimbi e far sentire loro un po’ dell’affetto, che avrebbero tutto il diritto di ricevere. Potranno mettere da parte qualche soldino per avviare una vita nuova, quando sarà ora di uscire dal carcere. Potranno sentirsi un po’ orgogliosi, perché parte di un processo produttivo di successo. Insieme ai tre cesti di Natale, una cassetta in legno, prodotta dalla Cooperativa nella falegnameria del carcere di Busto Arsizio, grazie al valido impegno di tre persone detenute e mastro Gino, falegname de “La Valle di Ezechiele”, dal cuore d’oro e dalle mani inesauste.

Si fa squadra con le aziende

Questa bella storia si è trovata a intrecciarsi con la pasticceria ‘Colombo 1933’ e con il Birrificio ‘Orso Verde’, entrambe realtà importanti nel tessuto produttivo bustocco: produrranno panettone e birra a marchio “La Valle di Ezechiele”, ospitando in tirocinio due lavoratori, scarcerati grazie a questa opportunità lavorativa. Così la Calloni Tex di Arconate, cercando personale, ha trovato la nostra pronta indicazione di una persona a breve nei termini, per chiedere la misura alternativa. Questo dialogo con il mondo produttivo del territorio sembra foriero di alleanze piene di futuro e capaci di generare davvero la sicurezza, tanto sbandierata dai sostenitori del ‘gettare la chiave della cella’.

L’importanza del lavoro

Come ha efficacemente dimostrato Milena Gabanelli in uno dei suoi Data Room, 7 persone su 10 escono dalle carceri e vi rientrano (i dati non sono recenti, ma le percentuali restano le medesime, verificabili sul sito del Ministero della Giustizia). L’unico antidoto è rappresentato dal lavoro. Negli istituti di pena come Bollate, dove la percentuale di reclusi con un contratto di lavoro è molto alta, rientrano solo 2 persone su 10. Il messaggio è quindi rivolto in particolare a tutti gli imprenditori, ai titolari delle aziende, a quanti sanno cosa vuole dire dare lavoro: prendere i cesti per generare vita nuova a persone.

I numeri del 2020 e come prenotare

L’anno scorso gli ordinativi superarono le 800 confezioni. In particolare, le società bancarie Sg Leasing e Frear Leasing, con un ordinativo di 135 cesti, ad opera dell’allora ceo Carlo Mescieri, e la Fom (Fondazione Oratori Milanesi) guidata da don Stefano Guidi, che ne ordinò 70. E’ possibile prenotare sia come persona fisica che come ente giuridico, entro il 30 ottobre. Spedizioni in tutt’Italia.
Si può scaricare il catalogo e prenotare i cesti andando su https: //www.lavallediezechiele.org/ o scrivendo a
info@lavallediezechiele.org.

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