Busto, viale Alfieri e la ciclabile della discordia: il Comune incontra i cittadini

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Un tratto di viale Alfieri a Busto

BUSTO ARSIZIO – La ciclabile di viale Alfieri sarà anche stata congelata, ma a Sant’Edoardo l’argomento continua a tenere banco. E più i giorni passano, più l’idea di trasformare il marciapiede nel ricettacolo di tutto ciò che si muove sulla strada, esclusi auto, moto e mezzi pesanti, continua a trovare più critiche che consensi tra chi lavora e abita lungo il viale. Tanto che domani sera, alle 18, a Palazzo Gilardoni il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore alla Viabilità Massimo Rogora hanno deciso di incontrare commercianti e cittadini del quartiere per fare il punto della situazione sul progetto, ascoltare i dubbi e le criticità.

Un paese lungo il viale

C’è un mondo che si affaccia sui marciapiedi di viale Alfieri. In poche centinaia di metri, infatti, si susseguono una serie di negozi, supermercati, ma anche la chiesa parrocchiale, l’ufficio postale, banche e un centro medico. Insomma luoghi molto frequentati, tanto che la realizzazione di un percorso ciclabile proprio sul marciapiede andrebbe a creare una serie di pericoli e situazioni critiche.

«Sarebbe sufficiente venire qui qualche ora la mattina – dicono alcuni residenti – fermarsi a osservare la vita quotidiana e capire che forse l’idea delle ciclabili, per come è stata pensata, andrebbe quanto meno valutata e rivista». C’è anche chi fa presente che «quando c’è un funerale, il carro funebre per evitare di creare problemi di viabilità lungo il viale, si posiziona sul marciapiede. Proprio dove vorrebbero far passare la ciclabile. Ecco, cosa accadrebbe a quel punto?».

Ma sono tanti i dubbi: dai passi carrai, ai negozi ai servizi molto frequentati soprattutto dalle persone anziane: «Con una ciclabile che passa di fatto a raso l’uscita da esercizi commerciali o cancelli sarebbe ogni volta un terno al lotto. Soprattutto se, come già per altro accade, sui marciapiedi si mettono a viaggiare oltre alle biciclette anche i monopattini elettrici».

Alt, fermi tutti

E’ evidente che l’arrivo di una pista ciclabile modifica le abitudini del quartiere. In modo particolare in viale Alfieri, strada ad alto scorrimento, molto vivace dal punto di vista delle attività commerciali, molte delle quali frontiste.

Ed è anche evidente che nessuno è contrario alla ciclabile in sé. Quel che è andato di traverso è stato il metodo utilizzato da Palazzo Gilardoni per far passare il progetto e la realizzazione dell’opera. Tutto calato dall’alto, senza prima coinvolgere chi abita, lavora e conosce vita, morte e miracoli del quartiere di Sant’Edoardo. Voci che avrebbero potuto dare suggerimenti importanti, rivelare dettagli utili ed evitare di creare quello che al momento è un muro contro muro.

Tra queste voci c’è sicuramente Peppino Tagliabue, punto di riferimento del quartiere anche per via della sua edicola, tabacchi e cartoleria. Il quale non si nasconde certo dietro un dito: «Io guardo i fatti: per come si sono mossi a Palazzo Gilardoni, sembra quasi che abbiano voluto tenerci all’oscuro. Hanno approvato il progetto in giunta ad agosto, quando la maggior parte dei commercianti era chiusa per ferie e  la gente in vacanza. Noi a oggi non sappiamo nulla e non abbiamo idea di cosa intendano fare. Se non in generale. Credo invece che su un intervento che avrà un impatto importante sulla vita del quartiere condividere progetto e scelte con cittadini e commercianti sarebbe stato importante».

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