Busto, «Mia madre e il mio patrigno mi hanno violentata». Ma forse non è vero

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BUSTO ARSIZIO – «Il mio patrigno e mia madre hanno abusato di me». L’accusa, pesantissima, arriva da una giovane donna che all’epoca dei fatti aveva 13 anni. Le indagini difensive, però, avrebbero portato alla luce altri aspetti della vicenda. Tanto che il gup di Busto Nicoletta Guerrero, ieri martedì 23 luglio, ha rinviato l’udienza a febbraio per poter ascoltare le testimonianze della sorella della ragazza e del suo allora fidanzato. Ai quali avrebbe confidato di «essersi inventata tutto» stando ai riscontri raccolti dal difensore Carlo Alberto Cova.

Udienza rinviata a febbraio

Una vicenda delicatissima e complessa. Secondo quanto testimoniato dalla vittima a fine 2012 il patrigno le offrì della cocaina. L’uomo l’avrebbe convinta a sniffare lo stupefacente prendendola poi per mano e portandola in camera da letto. Dove sarebbe stata presente anche la madre. Una notte a tre che avrebbe segnato per sempre l’adolescente.La ragazza avrebbe serbato il drammatico segreto di quella notte di abusi per mesi, trovando poi il coraggio di confidarsi prima con l’allora compagna del padre, poi con il padre stesso. A quel punto è stata depositata la denuncia ai carabinieri. La ragazza, in incidente probatorio, è apparsa credibile. L’episodio contestato è unico: fu soltanto quella notte. Ma se provato l’abuso appare gravissimo.  C’è però il risvolto emerso dalle indagini difensive. Il gup a questo punto vuole vagliare ogni ipotesi.

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