Busto, violenze sulla moglie: il pm chiede 12 anni. Alcuni testi avrebbero mentito

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BUSTO ARSIZIO – Maltrattamenti e violenze nei confronti della moglie: l’accusa chiede una condanna a 12 anni. Il pubblico ministero nel pomeriggio di oggi, giovedì 25 marzo, ha anche chiesto al collegio del Tribunale di Busto Arsizio presieduto da Rossella Ferrazzi il rinvio degli atti in procura a carico di 5 testi della difesa per falsa testimonianza.

Maltrattamenti e violenze

Una vicenda estremamente complessa e delicata quella che arriverà a termine (per quanto riguarda il primo grado di giudizio) il prossimo 8 aprile. Quando il collegio giudicate pronuncerà la sentenza  a carico di un legnanese 40enne, con numerosi precedenti alle spalle, accusato di aver maltrattato e violentato almeno in 5 occasioni la moglie (oggi ex). Una serie di abusi, fisici e psicologici, che sarebbero andati avanti per anni. Sino al febbraio 2020 quando la donna «Trova il coraggio di denunciare. Lo fa anche e soprattutto a tutela del figlio», ha spiegato l’avvocato di parte civile. Per l’accusa raramente si è assistito «Ad un esame tanto genuino di una parte offesa». La donna, in un drammatico esame, ha ricostruito quanto aveva già denunciato davanti al collegio ammettendo anche di aver fatto uso, insieme al marito, di cocaina.

Dopo la denuncia torna alla vita

Una dipendenza dalla quale si è liberata «Lo dimostra l’esame del capello al quale si sottopone sistematicamente dal febbraio scorso. Da quando cioè ha intrapreso un percorso che l’ha portata a riprendere in mano la sua vita. Oggi la mia assistita – ha spiegato il legale – Ha un lavoro e, con l’aiuto della madre che mai le ha fatto mancare il proprio supporto, sta ricostruendo se stessa. Per tornare la ragazza tranquilla, che non ha mai avuto problemi a scuola, che aveva un buon lavoro ed era attenta alla famiglia, che era prima dell’incontro con l’imputato».

Falsa testimonianza in aula

Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 12 anni. Il rinvio degli atti alla procura per falsa testimonianza riguarda invece i testi della difesa: a parere dell’accusa gli amici dell’imputato hanno mentito per cercare di tutelarlo. La difesa, che ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, ha invece messo in dubbio le accuse rivolte dalla parte offesa sottolineando le contraddizioni emerse dal confronto tra denunce e dichiarazioni. «La parte offesa ha ammesso di aver mentito in passato in più occasioni», ha spiegato il legale secondo il quale non vi sarebbe traccia della prova provata dei presunti abusi nemmeno nelle perizie.

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