Il Caf di Falvo crea imbarazzo a Palazzo Gilardoni: è arrivato con questa giunta

caf falvo palazzo gilardoni

BUSTO ARSIZIO – Il Caf di Peppino Falvo dentro ai Servizi sociali del Comune continua a tenere banco e a creare imbarazzo a Palazzo Gilardoni. Nell’articolo pubblicato ieri, giovedì 11 luglio, da Malpensa24 si sottolineava come sulla vicenda ci fossero alcuni punti non del tutto chiari. Rispetto, ad esempio, a quale procedura sia stata adotta per assegnare gli spazi di uno sportello in via Roma, oppure da quanto tempo quel Caf  fosse presente. E infine, perché, tra i tanti Caf attivi sul territorio, sia stato scelto proprio uno che fa riferimento a Peppino Falvo, nome che compare tra le carte dell’inchiesta giudiziaria sulla ‘ndrangheta a Lonate Pozzolo e Ferno.

La versione dell’ex assessore

Una prima versione arriva direttamente dai social ed è firmata dall’ex assessore ai Servizi sociali Miriam Arabini, la quale spiega di fatto che da sempre c’era una convenzione con il Caf. E aggiunge fuori commento e via telefono: «E’ stata fatta un’evidenza pubblica e hanno partecipato in due. Caf Italia è stato scelto sulla base dell’offerta che è stata migliore dell’altra».

Caf falvo palazzo gilardoni

Prima non c’era

Risposte ben diverse arrivano da Palazzo Gilardoni. Anche se nessuno sulle spiegazioni mette il nome e cognome. Secondo gli insider, il Comune da tempo, ovvero da prima dell’insediamento del sindaco Antonelli, aveva sì una convenzione, ma con tutti i Caf, i quali garantivano attività presso le loro sedi per facilitare il rapporto degli utenti dell’assessorato e rispondere alle loro esigenze. Durante la precedente amministrazione, Peppino Falvo fece un’esplicita richiesta di poter avere uno sportello in via Roma. Ma sulla base di qualche difficoltà logistica (gli spazi a disposizione per l’assessorato sono risicati), del parere contrario dei funzionari e anche per ragioni di opportunità, la domanda del “re dei Caf” non venne accolta.

Ma viene riproposta durante questa amministrazione, che evidentemente ha fatto altre valutazioni, e predisposto un bando al quale ha risposto solo Caf Italia, ovvero il centro che fa riferimento a Falvo. E che ha così iniziato a offrire servizi per gli utenti dell’assessorato a costo zero. Insomma sotto il profilo procedurale nulla da eccepire.

Anche se qualche quesito a cui dare risposta permane. Nel senso che per gli utenti dei Servizi sociali il costo della prestazione è, come da bando, uguale a zero. Ma a quanto ammonta l’occupazione dei locali? E’ stata concessa in comodato d’uso gratuito? E soprattutto: quanto percepisce un Caf per la compilazione di un 730 o un Unico in termini di contributo statale sulla prestazione?

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