Accam fa saltare il consiglio comunale di Cardano. «E’ una farsa»

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CARDANO AL CAMPO – Salta per mancanza del numero legale il consiglio comunale di Cardano al Campo, convocato d’urgenza oggi 19 marzo alle 15.30 per votare l’ “Atto di indirizzo in merito al Piano di ristrutturazione e risanamento di Accam”. Al sindaco Maurizio Colombo restano dunque ora soltanto due giorni di tempo per ottenere dal consiglio comunale il mandato per presentarsi lunedì all’assemblea dei soci e decidere insieme agli altri colleghi il futuro dell’inceneritore di Busto Arsizio.

I documenti riservati

Nella bozza di delibera che il consiglio comunale avrebbe dovuto approvare oggi c’era scritto che l’11 marzo Accam aveva inviato una proposta di risanamento e ristrutturazione della società. «Ieri – ha aggiunto Paola Torno (Cardano è) – il vicesindaco Valter Tomasini ci ha detto che era arrivata ulteriore documentazione». Nulla però è mai arrivato ai consiglieri di opposizione, a quanto si è capito per ragioni di riservatezza. «Come faccio a votare un documento che non ho mai visto?», ha detto Sergio Biganzoli (Progetto Cardano). Ha aggiunto Massimo Poliseno (Cardano è): «Le ragioni addotte per non metterci a disposizione i documenti non sono fondate, i consiglieri comunali hanno diritto di avere i documenti che devono approvare. Le ragioni di riservatezza sono inconcepibili, ci porterebbero a votare al buio».

Una farsa

Il sindaco Maurizio Colombo a inizio seduta aveva dichiarato di «non avere in mano nulla», ma capita l’antifona dopo l’intervento delle opposizioni ha stravolto le carte in tavola, proponendo di posticipare la seduta di 24 ore con la promessa di inviare immediatamente a tutti i consiglieri «il Piano di ristrutturazione, il report di Regione Lombardia e il parere del revisore». Magicamente, insomma, la documentazione esiste ed è consultabile, ma ormai con una sola giornata di tempo per leggerla e valutarla. «Non è serio: prima aveva detto che non aveva in mano alcun documento», ha attaccato Torno. «E’una farsa», le ha fatto eco Biganzoli. «E’una presa in giro: avevate i documenti dall’11 marzo e li avete tenuti segreti», la chiosa di Poliseno.

E ora?

I due gruppi di opposizioni hanno dunque deciso di non partecipare al voto, abbandonando la seduta. Complici diverse defezioni in maggioranza, in aula sono rimasti soltanto in 8, un numero insufficiente per continuare i lavori ma soprattutto per portare il punto in approvazione. A questo punto i tempi per convocare un nuovo consiglio comunale sono strettissimi. Senza il voto dell’assise, con quale mandato Colombo si presenterà lunedì in assemblea dei soci di Accam a votare gli indirizzi?

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