«Abbattuti alberi secolari senza avviso». Fabbrica Ambiente all’attacco a Cardano

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CARDANO AL CAMPO – «Apprendo con sconcerto che, disattendendo i principi che vi hanno sostenuto, abbiate ritenuto prioritario agire in maniera opposta: abbattendo alberi secolari in zona area feste, senza che i responsabili intervenissero in alcun modo per vietarlo». Parla Albano Calloni, referente dell’associazione Fabbrica Ambiente a Cardano al Campo, realtà molto vicina al vicesindaco Valter Tomasini. Una lettera – indirizzata al sindaco Maurizio Colombo e all’assessore Meri Suriano (Ambiente) – che punta a individuare un metodo «meno cruento» di gestire il verde pubblico. Oltre a cercare una forma di collaborazione, tra istituzioni e realtà del territorio. Sì, perché «la vostra delicata e invidiabile posizione di servizio (dell’amministrazione comunale, ndr) non può considerarvi indifferenti. Ne perderebbe la vostra immagine, qualora non fosse già avvenuto». E’ il preludio della ennesima faida in maggioranza?

Lo «sconcerto»

Il referente di Fabbrica Ambiente (che «ha sempre avuto a cuore il nostro territorio») si rivolge al primo cittadino e all’esponente della giunta. «Anche voi – dice – siete stati membri di tale associazione per molti anni. Ed è grazie al gruppo che in loco state occupando posizioni amministrative». Alla base, lo «sconcerto» riguardo l’abbattimento degli alberi in zona area feste. Ma anche perché «è in progetto di abbattere ulteriori alberi di via lotti e, forse, i quattro di via Montecchio». Quel che basta per ribadire che «esiste la possibilità di curare il loro antecedere con metodi meno cruenti, soddisfacendo gli interessi di tutti». Con tanto di stoccata: «Occupate un posto di responsabilità di servizio al cittadino. Dovete verificare che il vostro comportamento non sia lesivo dei diritti della comunità cardanese, di cui il verde pubblico è parte integrante». Ecco perché «è fondamentale coinvolgere le realtà interessate in decisioni così importanti. E sottrarsi al confronto è deleterio per un’amministrazione che deve abbattere le barriere esistenti tra palazzo e cittadinanza».

Arredo urbano e ambiente

Da qui, il commento sul tema arredo urbano. Di cui oggi «si tende a parlare in forma strettamente cementizia, dimenticandosi che non è l’albero ad adattarsi al cemento. Ma il contrario». Infatti, «non è la sostituzione di una pianta ventennale a risolvere il problema di un marciapiede: è l’ottemperanza culturale di verificare che l’albero abbia lo spazio necessario per vivere. E non sopravvivere». Qual è il quadro della situazione? «Ogni secondo, al mondo, 2 metri quadri di territorio vengono sottratti per la sconsiderata attenzione alle costruzioni. La Co2 assorbita da un albero è proporzionale al diametro del suo tronco e al volume delle sue fronde, e non è facilmente sostituibile con altra di più minuta piantumazione a cui occorrerebbero altrettanti anni per fare lo stesso servizio al cittadino. Il rifacimento di pezzi di asfalto con l’abbattimento non è la soluzione. Tra venti o trent’anni vi ritrovereste lo stesso problema e si sarebbero fatte spese inutili a danno della comunità. Oltre ad esservi arrogati il diritto, senza autorizzazione e informazione ai residenti».

La riflessione

In conclusione, la riflessione del referente di Fabbrica Ambiente «risulta fondamentale su atti compiuti e da compiere. Che stimano quanto sta avvenendo in difformità a regole non scritte, ma che ottemperano ad un progetto di vita». Fino all’avviso finale: «Considerate il vostro servizio come patrimonio personale da tramandare, perché sarete ricordati per questo e solo per questo».

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