Inaugurato l’asilo inclusivo a Cardano. «Tutti i bimbi vivano le stesse esperienze»

cardano inaugurazione nido inclusivo

CARDANO AL CAMPO – «Una ventata di novità in campo socio-assistenziale. Fin da subito posso dire che l’amministrazione sarà al vostro fianco, per qualsiasi necessità». Così il sindaco Maurizio Colombo sul nuovo asilo inclusivo de “Il Seme”, società cooperativa sociale di Cardano al Campo, ufficialmente inaugurato oggi, 29 aprile. Un evento a prova di Covid, che non ha permesso di estendere l’invito in presenza a chiunque. La scelta è quindi ricaduta su una diretta Facebook, mediata dalla giornalista di Rete55 Debora Banfi, che ha coinvolto alcune delle figure che hanno reso – e rendono tuttora – possibile un progetto innovativo nel panorama provinciale. Presenti anche Enrico Aspesi (presidente de “Il Seme”), Laura Consolaro (coordinatrice del nido) e Chiara Luoni (neuropsichiatra infantile dell’ospedale Filippo Del Ponte di Varese). Oltre a don Aldo Mascheroni (parroco della comunità pastorale Maria Ausiliatrice di Cardano), Alberto Tomasello (direttore di filiale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate) e due famiglie, che hanno raccontato le loro esperienze – e dei loro bimbi – al nido inclusivo.

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«Vivere le stesse esperienze»

Già operativo dallo scorso settembre, l’inaugurazione di oggi ha semplicemente ufficializzato un servizio che già da anni aiuta le famiglie cardanesi. Infatti, il nido è nato nel 2006 per consentire ai genitori della cooperativa di tornare a lavorare, conciliando professione e famiglia. Ma poi «le richieste del territorio ci hanno fatto allargare, fino ad arrivare ai 50 bimbi che abbiamo oggi», ha raccontato Consolaro. Al momento il servizio accoglie due bambini con disabilità, con cui è stato avviato il progetto sperimentale di nido inclusivo. «Per dare un’offerta di qualità – ha aggiunto – abbiamo pensato fosse necessario renderlo accessibile ai bimbi che vivono qualche svantaggio in più. E che hanno bisogno delle stesse esperienze degli altri, tra cui vivere la normalità». Oltre ad essere un posto «per sostenere anche i genitori».

Un obiettivo che è perfettamente in linea con lo stato d’animo del presidente della cooperativa. «Voglio vivere con voi la felicità di questa sera», ha detto. «Si tratta di un nido particolare, perché ci sono alcune educatrici che hanno lavorato con bimbi con difficoltà: questa esperienza la vogliamo metter a disposizione di tutte le famiglie». A lui l’onore di tagliare il nastro tricolore che ha aperto un nuovo ciclo all’asilo inclusivo.

La questione medica. Ed economica

Il valore aggiuntivo che ha il fattore inclusività è «enorme», ha precisato la dottoressa Luoni. «Parliamo di bimbi in una fascia d’età, quella che va da 0 a 3 anni, di massimo apprendimento, in cui il cervello si sviluppa e getta le basi per quello che sarà il loro futuro». In questo senso, è «importante offrire esperienze, quando si ha una disabilità c’è una sorta di interferenza che può limitare la capacità di assorbire gli stimoli esterni». Non solo, sono casi in cui ansia e condizioni di salute fanno da padrone, rischiando di tralasciare gli aspetti relazioni, «che sono importante». Ma il nido inclusivo è un passo avanti, perché «offre questi stimoli necessari».
Non manca la questione economica, spiegata da Tomasello: «La banca si pone l’obiettivo di seguire aspetti di carattere sociale. Ora si realizza un servizio e un aiuto che proviamo e esprimere tutti i giorni: sostenerlo economicamente è un motivo di orgoglio».

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Parlano le famiglie

L’evento è stata l’occasione per ascoltare le esperienze dei diretti interessati, ovvero le famiglie. Come hanno raccontato i genitori di Gabriele: «Si tratta di un’esperienza bellissima per lui: è bello vedere l’entusiasmo che l’insegnante è in grado di trasmettergli. E noi lo vediamo nella quotidianità e nei suoi sorrisi». E ancora: «Nonostante la disabilità lui vive come un bimbo alla pari. E supera le sue difficoltà».
Così, invece, la mamma di Ginevra: «Anche la mia prima figlia è venuta qui, quindi è una conferma di fiducia che facciamo». Inoltre, «io sono una collaboratrice di alcuni servizi della cooperativa, quindi conoscevo la mission de “Il Seme” e la sua serietà: è stata una scelta sicura».
A chiudere è stato don Aldo, con la benedizione dell’asilo e «un messaggio di speranza e fiducia nel futuro». Perché «quando si investe nei bimbi, è bello dire che stiamo predisponendo le basi per il domani».

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