Carlo Pogliani: “Cambiamo il protocollo Var: cosa vuol dire grave ed evidente errore?”

punto carlo pogliani

Non mi piace parlare di arbitri ma . . . mi piacerebbe dire la mia sul VAR dopo gli ultimi episodi abbastanza controversi. Innanzitutto penso che la tecnologia sia una grande conquista, basterebbe vedere tutti i goal in fuorigioco sanati dalle linee orizzontali tracciate dal computer sul video. Un solo appunto: vorrei sempre essere certo che la palla si sia staccata dal piede dell’assistman.
Discorso “grave ed evidente errore”: va modificato perché così è troppo interpretabile. Basterebbe parlare di sospetto di errore, il direttore di gara va al monitor e poi decide serenamente. Perché serenamente? Perché il varista e l’arbitro devono essere abbinati come due ciclisti nel tandem alle Olimpiadi: tutti e due devono spingere per vincere. Esempio? Io e Pino Vaccaro. Il sottoscritto, vecchio arbitro al VAR, Pino, mio grande amico, sul rettangolo verde con il fischietto in bocca e i gialli in tasca. Siamo amici, viaggiamo insieme, ci stimiamo . . . quindi lui si fida ciecamente di me se lo dovessi chiamare. Il nostro obiettivo è fare bene per poter ambire a palcoscenici importanti, magari anche europei.
Questo succede adesso? No! Ci sono arbitri che hanno un livello superiore al varista e non va bene. Poi ci sarebbe il capitolo falli di mano ma su questo stenderei un velo pietoso, non ci capivo nulla prima, adesso meno che mai.
Ultima considerazione: il tempo effettivo! Bisogna arrivarci perché non ne possiamo più delle sceneggiate! Pensate se la squadra blu perde tempo e subisce il goal al novantesimo dalla squadra rossa. L’arbitro dà sei di recupero perché la squadra blu ha fatto cadere a terra i suoi calciatori a ogni contatto rotolandosi sul rettangolo verde. Al novantaseiesimo la squadra blu pareggia! Ma è un’ingiustizia! Tempo effettivo please.

Carlo Pogliani Milan-malpensa24