Casorate, via l’amianto dalla sala civica Impastato

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CASORATE SEMPIONE – Una cifra complessiva di 29mila euro. È quanto servirà all’amministrazione guidata dal sindaco Dimitri Cassani per intervenire sulla sala civica intitolata a Peppino Impastato, in via Verbano a Casorate Sempione. Nello specifico, l’opera prevede la sostituzione del manto di copertura, attualmente in eternit.
Ma non è l’unica novità: prevista anche una svolta green in paese, con la riassegnazione degli orti urbani tra le vie del Roncaccio e Longino. Un modo per ridare valore ai quei terreni, ormai da troppo tempo poco sfruttati. E sempre più vicini allo stato di abbandono.

Gli interventi sulla sala civica

Per agire sulla sala civica, la giunta Cassani si è appoggiata al bando indetto da Regione Lombardia, destinato proprio allo smaltimento dell’amianto per gli edifici pubblici. «Non dovrebbero esserci problemi a reperire i fondi», mette in chiaro il primo cittadino. «Ma per qualsiasi evenienza, siamo coperti dall’avanzo amministrativo dello scorso anno». Quindi, in ogni caso, l’intervento si farà. Intervento che include «la rimozione di copertura con incapsulamento, imballo e successivo trasporto con smaltimento in discariche autorizzate», riporta la relazione tecnica. Prevista anche la «rimozione di una piccola orditura e la posa di copertura coibentata, realizzata con un pannello di isolamento (rivestito da una lamina in alluminio laccato e goffrato)». Oltre alla «copertura in tegole». E ancora, è compresa la «revisione di lattoneria esistente e la posa di scossaline laterali in lamiera pre-verniciata». Chiude la «posa di sistema anticaduta: linea vita, due pali di ancoraggio, un cavo in inox, un tenditore e sei ganci di rinvio».

Nuovi proprietari per gli orti

Spazio anche per chi ha il pollice verde, grazie alla riassegnazione degli orti urbani. L’ultimo bando per aggiudicarsi un pezzo di terreno risale al lontano 2010 e «per lo più erano persone anziane», spiega ora Cassani. Che è poi il motivo principale per cui la cura di frutta e verdura è diventata sempre meno frequente nel tempo. Fino allo stato di abbandono delle aree. Ora però la musica sembra cambiare: «Gli orti sono stati già attribuiti ai nuovi proprietari, giovani padri di famiglia che hanno riscoperto – magari complice anche il lockdown – questa attività: siamo soddisfatti del risultato». La maggior parte dei terreni sono recintati e hanno disponibilità di acqua per essere gestiti. Quindi «speriamo vengano ben utilizzati».

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