Cassano celebra il 25 aprile con i giovani: «I politici non possono ignorare la storia»

CASSANO MAGNAGO – I giovani di oggi, il futuro di Cassano, per ricordare i ragazzi di ieri, morti per la libertà. Amministrazione comunale, forze dell’ordine e autorità religiose insieme ai cittadini si sono ritrovati anche quest’anno per la celebrazione del 74esimo anniversario della Liberazione. Con l’intento di riaffermare, oltre le polemiche nazionali e locali, l’importanza di una festa «che non è un rituale stanco, ma la celebrazione di chi ha dato la vita perché noi potessimo essere qui, oggi».

«Siamo anche noi partigiani di pace»

Cassano Magnago ha celebrato il 25 aprile ricordando – dopo gli onori ai caduti – le storie di Carlo Mazzucchelli, primo sindaco della Liberazione, Giovanni Gasparoli, primo deputato cassanese, e poi la lotta, in modi diversi, di Don Bianchi e don Gadda, i “sette orfanelli” e i quattro partigiani caduti. Le loro voci affidate a quelle di Stella Maris Cibin, sindaco del Ccr, e di altre studentesse cassanesi che insieme ai loro insegnanti hanno studiato, preparandosi alla giornata di oggi, per non renderla una sterile celebrazione, ma un momento innanzitutto di orgoglio per chi ha dato la vita per l’Italia e l’Europa libere di oggi: «Stiamo festeggiando il 25 aprile in modo perfetto – ha commentato Stella Casola in rappresentanza dell’Anpi provinciale – in un momento in cui cercano di imporsi di nuovo pericolose ideologie. Ci stanno lasciando i testimoni della Resistenza per questo abbiamo il dovere di passare il testimone ai nostri ragazzi. Ricordiamo gli eroi della Liberazione, 372 solo in provincia di Varese tra cui anche cassanesi. Ricordiamoli per essere anche noi dei partigiani di pace».

«Non cadiamo nell’odio e nel qualunquismo»

I ragazzi di Cassano hanno atteso e studiato, quest’anno, per il 25 aprile. Lo ha ribadito orgoglioso del valore dei giovani il sindaco Nicola Poliseno, che ha sottolineato come «la Liberazione deve essere festeggiata sempre. Ci si aggiorna e si scoprono cose nuove, si coinvolgono i giovani, che mai come quest’anno sono presenti». Lo spirito deve essere quello primario di fare memoria, oltre le polemiche: «C’era una volta chi affermava una proprietà legittima della Liberazione. Io dico che questa è una festa di tutti. E attenzione ai politici che rovinano questo strordinario termine, Liberazione, rilasciando dichiarazioni contro qualcuno, come se denigrare questo giorno servisse a dimostrare di essere diversi. Citando Liliana Segre che sogno di avere qui a Cassano, dico che chi fa politica non può ignorare la storia». E un monito ai ragazzi, protagonisti di questo giorno: «Ricordate che la nostra nazione, depositaria di una tradizione millenaria, si è arricchita nella liberazione. Non dimentichiamoci mai che la dignità di oggi affonda le sue radici in quella lotta. Il rischio che corriamo oggi è di cadere nell’odio e nel qualunquismo. Abbiamo il coraggio di essere diversi».

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