La fotografia celebra Leonardo a Castellanza. Il suo legame con l’acqua

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CASTELLANZA – Il legame tra l’autore della Gioconda e l’acqua è al centro, a Castellanza, di due esposizioni, arricchite da copie dei suoi testi e dei suoi appunti, che fanno parte del programma “Celebriamo Leonardo“. Si tratta delle mostre fotograficheLeonardo: la mia acqua” e “Dell’Adda di Leonardo“: realizzate grazie alla collaborazione di Afi, Liuc, e del centro culturale Jrc di Ispra, e sponsorizzate da Cap Holding, sono state inaugurate a Villa Pomini sabato 28 settembre e si potranno visitare fino a domenica 20 ottobre.

Forme ispirate dai testi del genio

Mentre a fine inaugurazione si è tenuto un rinfresco con cibi a tema rinascimentale, ad aprirla è stato uno spettacolo per grandi e piccoli. Il protagonista è stato un Leonardo genio pasticcione che, poco scienziato e tanto uomo creativo sregolato, si è adoperato e arrangiato nel mondo dei suoi contemporanei molto terreni, pratici e non sempre rispettosi della sua genialità. In sala conferenze il pubblico ha potuto inoltre esaminare la ricca mostra bibliografica che, in corrispondenza con gli orari della biblioteca, sarà aperta tutti i giorni.
È stata così presentata “Leonardo: la mia acqua”, doppia mostra fotografica di Antonio Bandirali: promotore e collaboratore in molte delle iniziative del programma, ha interpretato forme e dinamiche dell’acqua con colori e contrasti cromatici vivi ed emozionanti, ispirati dai testi e dalle scritture del genio toscano.

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La ricerca lungo l’Adda

In “Dell’Adda di Leonardo” è possibile ammirare le opere di Massimo Grassi e Stefano Pedrelli, due fotografi che hanno rappresentato le acque, i canali e il fiume Adda in un percorso di ricerca, suggestioni e stimoli artistici volti a testimoniare, attraverso le immagini, le osservazioni e gli studi di Leonardo.
La mostra è caratterizzata anche dalla presenza di copie e fotocopie di codici e testi leonardeschi, dalle diverse fogge e dimensioni: un’occasione per conoscere e comprendere la capacità creativa di Leonardo che, in ogni momento della vita, portava con sé i suoi taccuini di viaggio, fogli di appunti oggi conosciuti da tutti come codici vinciani.
Un ampio spazio è stato dedicato ad Augusto Marinoni, uno dei massimi studiosi e traduttori di da Vinci. Legnanese di nascita, e tra gli esponenti di spicco del panorama culturale del territorio, ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca, allo studio e alla traduzione delle opere di Leonardo, prima fra tutte il Codice Atlantico.

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