Castellanza, Palazzo-Caputo preparano il tandem: «Quel che conta è il progetto»

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Michele Palazzo e Mino Caputo

CASTELLANZA – Attacca la Cerini, ma continua a sognare un progetto di città «a misura d’uomo, che dica stop al polo chimico, con più spazi pedonali e ciclabili. Insomma una città diversa da quella che ci sta propinando la sindaca». Michele Palazzo ha convocato questa mattina, venerdì 12 giugno, una conferenza stampa per battere il chiodo sulle pecche dell’amministrazione Partecipiamo, dove è stato naturale buttare lo sguardo anche in prospettiva elettorale. Orizzonte non troppo lontano e in movimento.

Anche Mino Caputo inizia a… Sognare

Intanto occorre dire che è tramontata, forse prima ancora di nascere, l’idea di un “tutti contro il sindaco“: «Io – spiega Palazzo che per primo ha buttato sul tavolo la carta di creare una grossa coalizione tra le opposizioni – ho fatto una proposta per la città. Che non partiva dai nomi, ma dalla volontà di costruire un progetto condiviso. Sul modello di quanto è stato fatto a Solbiate Olona, dove tutti coloro che volevano chiudere l’esperienza Melis (il quale era al secondo mandato, ma ha candidato una “sua creatura politica” ndr) hanno dato vita a un gruppo, che ha trovato unità d’intenti sulle cose da fare per il paese». L’idea non è stata colta da nessuno in Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Solo Mino Caputo, che non ha vincoli di partito, a quanto pare, si è detto disponibile a ragionare sulla questione.

Le bocche cucite del PD

«La nostra proposta punta a coinvolgere le persone – continua Palazzo – non i partiti, che hanno visioni diverse. Prendiamo il Partito Democratico è totalmente appiattito sul sindaco. E nessuno può aprire bocca altrimenti la Cerini li bacchetta tutti. Ecco da noi il confronto invece non solo è libero, ma anche auspicabile per arrivare a stilare un progetto di città che tenga in considerazione i cambiamenti imposti dal Covid».

Ipotesi doppio passo indietro

Ma guai a parlare di candidature. Palazzo, infatti, insiste sull’importanza del progetto, conferma che «Caputo ha dimostrato di essere una persona aperta, disponibile a dialogare sul futuro» e che «né io né Caputo pensiamo a una candidatura da sindaco. Il tema, insomma, non è all’ordine del giorno». Come non sarebbe un problema, in caso di “matrimonio politico” abbandonare il nome “Sognare”.

Palazzo batte il ferro finché è caldo

Al momento il sogno è ancora in culla. E finché non avrà gambe per camminare il “lavoro” da consigliere di opposizione non manca. E al grido di «Castellanza merita di più», Palazzo snocciola una serie di argomenti per i quali Castellanza dovrebbe voltare pagina. Tra questi «il grigiore burocratico nell’amministrare la città, la difficoltà del primo cittadino al confronto e al dialogo, la campagna elettorale permanente, le mancate risposte alle richieste delle minoranze, le minacce di querela, una variante del Pgt da bloccare perché il Covid ha cambiato il mondo. Qualcuno spieghi a questo sindaco – podestà che il Ventennio è finito    il 25 aprile del 1945».

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