Cattaneo all’Insubria di Varese: «Diamo valore economico alla natura»

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VARESE – Quanto vale la natura? Ieri, venerdì 6 maggio, l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese ha cercato di trovare una risposta a questa domanda con una conferenza alla quale hanno partecipato circa 200 persone, sia in presenza che in streaming. A intervenire è stato anche Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia che ha sottolineato l’importanza di aumentare la consapevolezza sui problemi della nostra biodiversità, così da intervenire con azioni all’altezza. Ma è stato Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu e membro del Comitato per il Capitale Naturale del Ministero della Transizione ecologica che ha risposto dichiarando che il vero problema delle istituzioni non è di consapevolezza, ma di soluzioni. «La transizione ecologica sarà un percorso difficile, ma questo è il momento di agire».

Corridoi insubrici

Università, politica e terzo settore raccontano insieme la natura e il suo ruolo nelle nostre vite, attraverso i punti di vista di ospiti d’eccezione. Si è tenuto ieri mattina, venerdì 6 maggio, l’evento “Il valore della natura”, organizzato nell’Aula Magna Granero-Porati dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese per riflettere sull’importanza della biodiversità e raccontare i risultati del progetto Corridoi Insubrici, condotto dal Parco Campo dei Fiori in collaborazione con Provincia e Comune di Varese, Comunità montana delle Valli del Verbano, Università degli Studi dell’Insubria, Lipu, Istituto Oikos e Legambiente con il sostegno della Fondazione Cariplo.

A nome della Fondazione, ieri è intervenuta la vicepresidente Claudia Sorlini: «Abbiamo iniziato a occuparci del concetto di capitale naturale partendo da piccoli interventi, per arrivare poi ad azioni sempre più complesse e articolate, come Corridoi Insubrici». E proprio a quest’ultimo hanno collaborato diverse professionalità e competenze che sono state particolarmente apprezzate.

Capitale naturale

Diverse le visioni sul “valore della natura” proposte nel corso della mattinata dai relatori, che guidati dal professor Adriano Martinoli del Dipartimento di Scienze teoriche e applicate hanno risposto a turno alla domanda “Perché il capitale naturale è importante per tutti noi?”. Il professor Marco Frey, direttore del Laboratorio di ricerca sulla sostenibilità della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ha parlato a nome della comunità scientifica. «Durante la pandemia abbiamo compreso meglio a livello individuale e collettivo l’importanza di un ambiente sano». Il professore ha spiegato che mettere in moto questo processo basandosi su modelli scientifici efficaci fa raccogliere risultati e si traduce in accordi, convenzioni, indicazioni strategiche.

Si è poi passati alla risposta della politica. «La risposta fondamentale della politica e dei legislatori dev’essere innanzitutto il diventare consapevoli delle tematiche legate alla biodiversità», ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. «Oggi ne parlano gli esperti, ma non gli opinion maker, proprio come accadeva qualche anno fa con il cambiamento climatico. Senza una necessaria consapevolezza non ci saranno azioni all’altezza». L’assessore ha ricordato anche la fondamentale tappa raggiunta con la modifica dell’articolo 9, che fa entrare la biodiversità in Costituzione, e ha sostenuto l’idea di un meccanismo che renda tangibile il valore economico della natura, attraverso un sistema di pagamenti.

Le due Italie

A intervenire è stata anche Chiara Braga, della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati, che ha aggiunto: «Oggi è necessario trovare una formula, una ricetta per una convivenza sostenibile tra gli esseri umani e il territorio. Ricordando sempre che non possiamo ‘leggere’ una sola Italia, ma almeno due: quella delle coste e delle valli, dove si concentra la maggior parte delle attività produttive e dove gli indicatori ambientali sono praticamente tutti negativi; e poi quella delle montagne, che soffre di altri problemi, come l’abbandono». Braga ha ricordato gli strumenti e i programmi nazionali e comunitari che contengono misure a sostegno della biodiversità, indicando possibili direzioni future. «Non posso fare a meno di percepire un rischio molto forte – ha concluso Chiara Braga – e cioè la tendenza a far passare in secondo piano il tema della biodiversità, dando la precedenza ad altre grandi sfide. Non possiamo permetterci di vedere un arretramento su questo tema, che ha ricadute economiche e geopolitiche».

Riscriviamo la storia

È stata passata poi la parola a Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu e membro del Comitato per il Capitale Naturale del Ministero della Transizione ecologica che ha sottolineato che «il problema delle istituzioni non è più di conoscenza, ma di soluzioni. Eppure il tema della natura è quello con cui noi possiamo riscrivere la storia, possiamo riorganizzare una possibile sopravvivenza all’interno e all’esterno della comunità umana. La transizione ecologica è una cosa molto difficile: chi pensa che si possano schioccare le dita e far cambiare il mondo è in errore. Si tratta di un percorso lungo, ma oggi noi abbiamo, oltre alle ragioni, gli strumenti per compiere questo percorso».

A concludere l’evento è stato Giuseppe Barra, presidente del Parco Campo dei Fiori, che ha ripercorso gli interventi sul territorio e le azioni collettive intraprese dal partenariato di Corridoi Insubrici, dal monitoraggio alla comunicazione. «C’è stato un lavoro corale: le azioni che vengono fatte divengono un esempio fondamentale di come si può agire positivamente e concretamente sul territorio».

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