A Cavaria riparte Tegalè, spazio di incontro per bimbi e genitori

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CAVARIA CON PREMEZZO – Dalle iniziative ricreative e artistiche, a quelle formative e di mutuo aiuto, con l’obiettivo di offrire ai bambini uno spazio d’incontro ed evitare, così, l’isolamento domestico. Sono solo alcune delle iniziative di Tegalè, il centro di Cavaria con Premezzo che accoglie bambini dagli zero ai tre anni, insieme ai genitori. E che ora riapre i cancelli per gli open day, previsti per il 9 e 10 settembre, alle 17.30. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione, inviando un’email a barbara.caldarella@cooperativanaturart.ittelefonando al numero 340/3942903. Tegalè è aperto sia ai residenti di Cavaria, sia agli abitanti di altri Comuni.

Le iniziative per i bimbi

Tegalè non è solo il nome che «i nostri nonni davano al famoso gioco “ce l’hai”», racconta l’assessore al Welfare, Irene Scaltritti. Ma è anche il centro gestito dalla cooperativa Naturart. Il servizio comunale si occupa dei bambini dai 3 ai 36 mesi insieme ai rispettivi genitori, per svolgere una serie di iniziative stimolanti ed evitano l’isolamento domestico. «Questo è un luogo molto importante per il nostro territorio», prosegue Scaltritti. «È uno spazio di gioco e relazione dove i piccolissimi – in un ambiente sicuro e stimolante – possono fare le prime esperienze di socializzazione e relazione».

L’aiuto ai genitori

Tegalè è importanti per i piccoli, quanto per «l’aggregazione genitoriale». Sì, perché «i genitori, soprattutto le mamme, qui hanno modo di incontrarsi, confrontarsi e – cosa molto bella – supportarsi l’un l’altra. Essere sole a casa, dedicarsi ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana al proprio bambino, non è facile. E, sebbene abbia un amore incommensurabile per il proprio bambino, una mamma può provare estrema fatica, sia fisicamente che moralmente, spingendola in uno stato depressivo che nessuno potrebbe capire». Da qui il servizio del Comune, che «favorisce l’incontro e la socializzazione tra le mamme in maternità, che qui possono soddisfare il proprio bisogno di confronto e relazione, contrastando l’isolamento sociale che purtroppo spesso si ha nei mesi successivi al parto».

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