Malpensa, il Cor2: «Le compensazioni ambientali sono ulteriore cemento»

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CAZZAGO BRABBIA – Contro l’espansione di Malpensa tornano ad alzare la voce i Comuni del COR2 (di seconda fascia) della provincia di Varese. Il pomo della discordia sono i piani di sviluppo del Masterplan che mirano alla trasformazione di 44 ettari di brughiera dell’area verde del Gaggio in capannoni al servizio del trasporto merci che richiedono una serie di lavori di compensazione che sono, a tutti gli effetti, opere pubbliche aggiuntive. «La parola compatibilità associata a questa operazione è fuorviante», si legge nel comunicato stampa diramato a margine della prima prima riunione annuale del COR2 che si è tenuta nella Sala consiliare di Cazzago Brabbia , Comune Capofila del Coordinamento. «Queste opere pubbliche aggiuntive richiederebbero altre compensazioni ambientali, e si traducono in 150 nuovi ettari in totale di consumo di suolo, con l’accumulo di migliaia di tonnellate anno di anidride carbonica».

Nuovo cemento

Secondo il Cor2, il territorio avrebbe già difficoltà a smaltire tutta la CO2 prodotta dalle attività industriali, di cui Malpensa produce una buona parte, e dal traffico stradale su gomma. E contestano l’accordo che i nove sindaci del Cuv hanno siglato in Regione: «Hanno espresso il loro consenso perché sono previste opere di compensazione per mitigare l’impatto del traffico sulla circolazione stradale: una eventuale soluzione di problemi annosi, mai risolti e NON una compensazione ambientale». 
Un altro punto cruciale è che alcuni di questi lavori aggiuntivi potrebbero avere un impatto sulle strutture di regimentazione delle acque di piena danneggiandone la funzionalità. Inoltre, i piani di queste opere pubbliche sarebbero svolte senza il coordinamento con altri in progetti già in svolgimento, come ad esempio l’ospedale unico di Busto. C’è anche una solida preoccupazione per il benessere dei cittadini, infatti, sempre nel comunicato è stato sottolineato che «un piano d’area sarebbe non auspicabile, ma assolutamente necessario. Lo stesso dicasi per una Vis, valutazione impatto salute».

Incubo Terza Pista

La posizione sul Masterplan 2035 resta di netta contrarietà: «I 44 ettari a servizio del cargo Malpensa si potevano ricavare all’interno del sedime aeroportuale. Nella bozza di Masterplan erano previste più opzioni, poi scartate. La decisione di posizionare i capannoni in brughiera in un’area compatibile con una futura Terza Pista fa sorgere ulteriori riflessioni sulle possibili future scelte al riguardo».
Con questa convinzione ora vogliono proseguire creando un collegamento con le realtà amministrative che si occupano dei lavori in modo da trovare un equilibrio tra gli interessi industriali ed economici di Sea e la qualità della vita e della salute delle comunità del territorio. «Un obiettivo ambizioso, non ancora raggiunto ma sicuramente auspicabile».

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