Il quarto polo che intriga la Meloni

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Giorgia Meloni e il "quarto polo". Con vista sull'Europa

di Massimo Lodi

La lieve discesa di consenso del suo partito non inquieta la presidente del Consiglio. Il favore personale resta di gran lunga superiore a quello in toto del centrodestra, nonostante gli scivoloni dell’avvio di legislatura, uno per tutti la questione della benzina. Però gli alleati danno segni di ripresa: l’ultimo sondaggio reca un segno meno per FdI e un segno più per Forza Italia e Lega. Dato che incoraggerà una lettura politica del voto regionale.

Soprattutto la Lombardia offrirà valutazioni curiose/intriganti. Gli osservatori ritengono scontata la vittoria di Fontana su Majorino e Moratti. Ma si vedrà con quale diverso apporto dei componenti della squadra, al netto di sorprese mai da escludere e specie in presenza d’un assenteismo-maxi. Se Salvini tiene rispetto al settembre scorso, o perfino recupera voti nel padanesimo; se Berlusconi non cede pezzi della sua base ai partner o alla rivale/ex amica Letizia; se vien mantenuto nella coalizione il fragile equilibrio d’oggi, il governo proseguirà indenne da iceberg una navigazione già di suo perigliosa.

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Massimo Lodi

Al contrario, una larga affermazione nordista della Meloni incrinerebbe il rapporto di convivenza a Roma. Non tanto nell’attualità, perché né l’uno né l’altro dei dispettosi sodali s’azzarderebbe a metterla in vera crisi; quanto in prospettiva europea, ovvero elezioni del 2024. Alla leader dei Conservatori (ricordiamoci che è tale, fuori dei nostri confini) non sfugge il beneficio di un’entente coi centristi del Terzo Polo, ciò che l’aiuterebbe nello stringerne un’altra a Strasburgo e Bruxelles con il Ppe. Obiettivo sottaciuto, e però affatto estraneo alla progettazione a lunga scadenza della leader di FdI.

Il tempo del sovranismo tout court è finito nella soffitta dell’archivio, e le mosse della premier in chiave di strategia internazionale ed economica segnalano l’avvicinarsi a un asse continentale opposto a quello perseguito a suo tempo. Machiavellismo che conviene a lei, promettendole l’opportunità d’entrare nella futura governance dell’Ue inserendovi commissari graditi; e che giova ai Popolari, i quali giudicano l’odierna titolare di Chigi un realistico, efficace, forse insostituibile ponte di collegamento con paesi dell’Est come Ungheria e Polonia, ostili a rinunziare alla deriva nazionalistica. Riassumendo: una Meloni filo centrista e meno destrorsa rappresenta più che un’idea. Sembrerebbe quasi un piano. L’elezione lombarda può renderlo meno velleitario, servendo alla nascita del Quatto/Quarto Polo, ovvero il disinvolto, agile, rinascimentale superamento delle attuali logiche di schieramento. Di cortile e no.

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