Chi vota “no” al referendum combatte la casta

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Ho deciso di metterci la faccia in prima persona e come segretario del Circolo PD di Castellanza annuncio l’intenzione di sostenere il “No” al prossimo Referendum Costituzionale che si terrà il 20-21 Settembre 2020, pur lasciando a tutti la totale e assoluta libertà di scelta in merito.

Il “No” è motivato da una serie di considerazioni che il nostro Circolo ha generato dopo il necessario dibattito al suo interno. Noi non riteniamo saggio ridurre il numero di parlamentari. Già si nota un netto scollamento tra i cittadini e le istituzioni, così facendo il distacco non potrà che aumentare. Arriveremo ad avere un rappresentante ogni 100mila abitanti, e questo non potrà che delocalizzare le rappresentanze degli eleggibili nei grandi centri urbani, penalizzando i territori in maniera ulteriore.

C’è anche chi sposa la teoria “meno parlamentari = più efficienza” nei processi legislativi. Si potrebbe salvaguardare la rappresentanza migliorando l’efficienza mettendo mano ai regolamenti di Camera e Senato: è solo una questione di buona volontà. Inoltre sono risultate evidenti, specie durante il lockdown, dove sono e quali sono le lentezze della macchina statale. Finché non si risolveranno gli annosi problemi legati all’articolo 117 della Costituzione (quello sulla competenze Stato-Regioni) la macchina statale sarà sempre opulenta e sempre più tesa ad ingrandirsi al fine di giustificare la propria esistenza.

C’è anche chi sostiene la tesi del risparmio di emolumenti. Pur rendendoci conto che agli occhi dei cittadini meno preparati e attenti all’argomento questo è il motivo principale di livore, facciamo notare che in un Paese in cui si evadono oltre 100 miliardi di euro all’anno (ovvero circa 200mila miliardi delle vecchie lire, ovvero quasi cinque manovre finanziarie all’anno) un risparmio di 500 milioni di euro assomiglia ad un cumulo di spiccioli (un cumulo molto grande, certamente) rispetto a quello che è il frutto di una malversazione divenuta, ormai, sistemica.

Infine non molti considerano che diventare parlamentare, per qualcuno, è come vincere alla lotteria: una lotteria che in futuro avrà meno biglietti vincenti. Crediamo che una riduzione di parlamentari non farà altro che creare una casta più piccola ma non per questo meno potente. Anzi, sarà vero il contrario: meno persone avranno più potere. E se tra queste persone vi saranno arrivisti e affaristi, potremo con certezza assistere ai peggiori mercimoni e cambi di casacca. Ben peggio di quanto non succeda già ora.

Invitiamo chi sostiene il sì a ragionare in prospettiva: siete disposti a barattare una democrazia a volte zoppicante con la più fulgida della autocrazie? Invitiamo seriamente tutti a riflettere.

Alberto Dell’Acqua
segretario Circolo PD Castellanza

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