Guardascione: “Ecco come ci attrezziamo per la ripartenza dei ciclisti”

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Carlo Guardascione, varesino, è uno dei medici del ciclismo con più lunga esperienza ed è responsabile dello staff medico del Team Bahrain McLaren. Spetta a lui il compito di organizzare la ripresa per i suoi ragazzi dal punto di vista sanitario e ci ha spiegato chiaramente in questa intervista quale sarà la procedura adottata per il ritorno in sella dei professionisti.

«Il Team Bahrain McLaren ha corridori di ben 12 nazionalità diverse, quindi il primo passo sarà che ogni Paese garantisca ai ragazzi la possibilità di muoversi. Poi sicuramente, in vista della ripresa, organizzeremo dei ritiri preagonistici che saranno un po’ diversi dal solito. Prima dei ritiri organizzeremo dei test sierologi per i ragazzi ma, essendo in costante contatto con loro, posso dire che se li facessimo domani avremmo il 100% dei ragazzi negativi, quindi non immuni. A questo punto diventa importante alzare il livello di sicurezza: quindi divederemo i corridori in gruppetti di 3 o 4 che si alleneranno sempre insieme ma distanti dagli altri, ceneranno insieme a distanza dagli altri, dormiranno sempre insieme e saranno seguiti sempre dallo stesso massaggiatore. In questo modo, in caso di una positività, sarà più facile circoscrivere il problema. Negli spazi comuni sarà obbligatorio usare le mascherine e ci saranno frequenti sanificazioni complete dei bus, dei mezzi e delle camere. Quanto al gesto atletico, pedalando all’aria aperta e facendolo ad una certa velocità, come fanno i professionisti, il rischio di infettarsi è quasi nullo».

E ancora: «Se dagli esami risulterà che avremo corridori immuni, sarà importante capire se lo sono perché hanno avuto un’evoluzione asintomatica o con dei sintomi: in questo secondo caso – seguendo le indicazioni della Federazione Medico Sportivi Italiani, le cui decisioni stanno facendo giurisprudenza anche per colleghi stranieri che non hanno a disposizione una simile organizzazione – procederemo con accertamenti più approfonditi, vale a dire test cardiopolmonari, tac ai polmoni e spirometria».

E infine: «Come medici del team, noi seguiamo da vicino i corridori ma anche gli allenatori, che stanno vivendo un momento molto difficile, dovendo affrontare un problema inedito. Per loro, come per i corridori, avere una data certa per la ripartenza è stato di fondamentale importanza psicologica. Anche loro, come tutti nel team, stanno lavorando per essere pronti: quando ci diranno “potete ripartire” avremo già ben chiaro quello che dovremo fare».

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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