Aru, un caso destinato a far discutere. Saronni: “Fabio ci ha deluso”

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Difficile capire cosa stia accadendo a Fabio Aru. Durante la nona tappa del Tour de France, mentre il suo giovanissimo compagno di squadra Tadej Pogacar andava a vincere, il Cavaliere dei Quattro Mori si è ritirato: un peccato questo, non tanto per la corsa non finita, quanto per il dramma personale che ora sta vivendo Fabio come uomo e atleta.

«Non so proprio cosa mi stia succedendo, non ho risposte e questa cosa mi fa soffrire. Mi ero avvicinato a questo Tour de France in punta di piedi, ma conscio che avevo lavorato bene. Non per fare classifica, ma per aiutare Tadej nel migliore dei modi e magari, chissà, prendere qualche soddisfazione personale qualora si fosse presentata l’occasione. Venivo da una serie di incoraggianti prestazioni, in una parabola crescente, eccetto la giornataccia del Lombardia. Anche i dati giustificavano l’ottimismo per il ritorno ad una condizione che mi permettesse di fare buone prestazioni, sicuramente i dati migliori degli ultimi 3 anni. Anche ieri, parlando col medico della squadra, gli dicevo che avevo sensazioni crescenti, e che ero fiducioso per il prosieguo della corsa. Ora sono qua, a terra, senza capirne il motivo».

E ancora: «Non mi merito questo perché sono sempre stato un professionista esemplare e il mio impegno è sempre stato massimo. Non si merita questo neanche la squadra e soffro tantissimo nel non poter dare il mio contributo come programmato. Il mio futuro? Beh adesso non ci penso. La botta è ancora troppo calda».

Un caso, quello del sardo, destinato a far discutere perché da tre anni il suo rendimento non è nemmeno paragonabile a quello precedente.

Raggiunto telefonicamente da RaiDue, ieri Beppe Saronni, manager del Team UAE, è stato durissimo: «Fabio Aru non ha la condizione che lui, che noi e i suoi compagni di squadra ci aspettavamo almeno per aiutare un corridore importante come Tadej Pogacar che è lì che si sta giocando il Tour. Questo ci dispiace tantissimo, ma è chiaro che è già da qualche settimana Fabio Aru non è in condizione. In questo modo c’è anche poco da verificare, per l’ennesima volta Fabio ci ha deluso, in un momento in cui avevamo tanto bisogno di lui”.
E ancora: «Quando fisicamente e muscolarmente l’atleta si trova a soffrire, alcuni trovano la lucidità e la forza per reagire, Fabio, invece, non fa così. Sotto l’aspetto del carattere non è fortissimo. Nella difficoltà non si dà coraggio, lui purtroppo crolla mentalmente e moralmente e rende tutto più difficile. È chiaro che qui c’è una forte componente caratteriale».

Responsabilità di chi? «Quando tu hai un atleta che è in queste condizioni fisiche è chiaro che al Tour tu hai un corridore in meno che può aiutare la squadra, e quindi io credo che qualche responsabilità dovrà essere cercata anche in chi ha portato comunque Fabio Aru al Tour. È vero, Fabio voleva andare in Francia, ma è altrettanto vero che c’è chi è deputato a capire se questo corridore è in grado di correre una corsa difficile e importante come il Tour».

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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