Claudio Garioni e il futuro del calcio: “Il Coronavirus non ucciderà la passione dei tifosi”

 

“La passione per il calcio non cambierà anche dopo la fine dell’emergenza del Coronavirus”. Ne è convinto il giornalista televisivo, Claudio Garioni. Per lui il calcio, nonostante tutto, tornerà ad animare il cuore dei tifosi quando il pallone tornerà a ruzzolare su un campo da gioco.

Che approccio ha avuto di fronte all’emergenza Coronavirus?

All’inizio di sottovalutazione un po’ come tutti, condizionato anche da ciò che sentivo in giro. Sinceramente anch’io dicevo che forse c’era stato un facile allarmismo. Ho capito però in fretta che non era una cosa da sottovalutare. Ai primi provvedimenti restrittivi assunti, penso alla chiusura dei locali dalle 18, avevo pensato subito che fossero troppo accorgimenti troppo blandi per quello che stava accadendo. Come impressione mia, in base a ciò che ho letto, sono preoccupato da una possibile azzardata riapertura. Fatico a pensare che tutti rispettino le modalità che verranno indicate nel momento in cui saranno allargate le maglie se già adesso che si dovrebbe stare a casa si vedono in giro ancora troppe persone. A livello di comunicazione è complicato fare capire alle persone ciò che si può e ciò che non si può fare. Bisognerà capire come conviverci con il virus. In questo momento non c’è per fortuna un peggioramento, ma dare oggi una tempestica sulla riapertura è impossibile. La vera svolta sarà il vaccino, ma serve tempo per quello.

Cosa ha riscoperto nel frattempo?

Divido le giornate tra lavoro e figli. Mi dispiace non vedere gli amici. Ma ho riscoperto la possibilità di stare molto più tempo con i miei figli perché nella normalità li vedo molto meno. Questa cosa per me è molto bella. Faccio un sacco di cose per le quali ho poco tempo nella normalità. Ho riscoperto anche la lettura dei fumetti moderni. Una grande passione.

Lei che è un grande esperto di Serie TV, quali consiglierebbe?

Per chi vuole tornare bambino come me ed è nostalgico degli anni Ottanta c’è Stranger Things, per chi ama il Giallo consiglio Broad Church, sulla Fantascienza consiglio Westworld, ma bisogna predisporre dei Post-It per gli appunti in modo da seguire correttamente la trama piuttosto articolata

Sulla polemica tra Calciatori e Club?

Ovviamente imbarazzante per il calcio mostrare tutta questa discussione sugli stipendi. Paradossalmente avrei preferito che l’avessero fatto in segreto senza esternare nulla. Questa storia ci ha fatto imparare però che l’Associazione Calciatori non ha alcun ruolo in questa vicenda. Non mi sento di fare moralismo. Credo che molti di loro si comporteranno correttamente, anzi questa storia ci ha fatto vedere la generosità di tanti giocatori che individualmente si sono dati da fare per fare donazioni a ospedali e altro. Mi piace guardare l’aspetto positivo. Rinunciare a due mensilità per dare una mano alla società di appartenenza credo sia un pensiero anche utilitaristico per un calciatore. Aiutare il sistema che li ha riempiti di soldi mi sembra un pensiero intelligente da parte loro.

Come proseguirebbe la stagione?

Come idea generale mi pare giusto tenere aperta la porta finché c’è il tempo. Come mia sensazione dubito che si riesca a giocare. Anche perché si ignora il punto di vista dei giocatori. Mi pare che da più parti abbiano manifestato preoccupazione per la loro incolumità. Se poi c’è un nuovo positivo che facciamo?

E se si interrompesse come la risolviamo?

Non assegnazione dello scudetto e farei una SerieA a 22 squadre. Per la coppe europee guarderei l’attuale classifica anche se il regolamento non definisce esattamente di prendere in considerazione la 26sima giornata visto che ce n’è un’altra, la 25esima, non giocata per intero.

Al ritorno dopo la fine dell’emergenza sarà un mondo del calcio diverso?

Non cambierà nulla. Credo poco anche a chi dice che questa emergenza produrrà ridimensionamento di ingaggi e cartellini. Ci saranno scambi di cartellini che produrranno plusvalenze pompate per mettere a posto i bilanci.

Questa situazione ridurrà la passione della gente?

Quando si tornerà a giocare non si vedrà l’ora di vedere la partita. Abbiamo superato quella che poteva essere l’apocalisse del calcio, il 2006 con Calciopoli. Non credo che il calcio subirà un impatto negativo dal punto di vista dell’affetto. I tifosi continueranno a guardare il calcio. Continuerà a esserci la stessa passione di prima non appena si tornerà in campo.

Claudio Garioni CORONAVIRUS-MALPENSA24