Cna: «I primi sette mesi lavoriamo per pagare le tasse»

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VARESE – A Varese il giorno in cui gli imprenditori iniziano a produrre per loro stessi, e non più per esaudire le richieste fiscali, è il 30 luglio. È quanto emerge dal sesto rapporto, reso noto oggi, mercoledì 23 ottobre, della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. La tassazione complessiva che grava su artigiani e piccole imprese italiane rivela una pressione fiscale ancora molto elevata, sebbene in miglioramento grazie all’aumento della quota di Imu deducibile dal reddito d’impresa che, grazie alle pressioni politiche effettuate dalla Cna, dal 2019 passa dal 20% al 50%.

Rimane ancora molto da fare

L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà sotto il 60 per cento: per la precisione al 59,7 per cento contro il 61,2 per cento del 2018, tornando quasi ai livelli del 2011, quando era al 59 per cento: «Si tratta, tuttavia, di un alleggerimento che potrebbe svanire, dal momento che nel 2019 potrebbe aumentare la tassazione locale», ha precisato Roberta Tajè, direttore di Cna Varese. «Negli ultimi anni qualche passo in avanti è stato compiuto, tuttavia rimane ancora molto da fare».
L’osservatorio calcola il Total Tax Rate (Ttr) e individua il Tax Free Day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, data dalla quale gli imprenditori cominciano finalmente a produrre per loro stessi e per le famiglie liberandosi da un socio tanto inerte quanto esigente: l’amministrazione pubblica, centrale e locale. A differenza di altri organismi, anche internazionali, l’analisi Cna prende come riferimento un’impresa con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai dipendenti, 50mila euro di reddito. La proiezione del rapporto ha rivelato che nel 2019 il Ttr per le piccole imprese italiane si attesta al 59,7 per cento, calando dell’1,5 per cento in un anno. Ciò significa che il giorno di liberazione dalle tasse per l’impresa tipo italiana è stato il 5 agosto: un livello vicino al 2011, quando era il 2. L’anno dopo però si era già dovuto attendere il 22.

L’abisso che divide il Paese

A Varese il giorno del tax free day è caduto invece il 30 luglio, con 6 giorni di anticipo sulla media nazionale, e a pochi giorni da Bolzano che, con un Ttr pari al 53% e una riduzione dell’aliquota fiscale media dello 0,8 per cento, è la più virtuosa d’Italia: ha festeggiato la liberazione dalle tasse l’11 luglio scorso. Per dare un’idea dell’abisso che divide fiscalmente il Paese, Reggio Calabria l’ha fatto solo un mese fa, mercoledì 11 settembre.
In questa particolare classifica Varese si pone al 36esimo posto (con un Ttr pari al 58,1%) su 115 capoluoghi di provincia, ed è il terzo capoluogo di provincia lombardo (su 12) dopo Sondrio e Mantova, mentre agli ultimi posti a livello regionale ci sono Milano, al penultimo posto, e Cremona. I centri che si sono posizionati meglio appartengono a zone montane di confine; non c’è invece omogeneità per quanto riguarda quelli in fondo alla lista. A determinare una tassazione più pesante in certe zone rispetto ad altre è soprattutto la variabile costituita dai tributi locali. Come ha sottolineato Luca Mambretti, presidente di Cna Varese, «nella nostra provincia incide anche la migrazione delle imprese che si spostano oltreconfine; e, di conseguenza, dei lavoratori formati qui, che per noi diventano un costo».

Linee d’azione per un fisco più equo

I dati dell’osservatorio hanno evidenziato come più della metà dell’anno, per un imprenditore, sia inghiottita dalla spesa per pagare le tasse. Tra le iniziative concrete a questo riguardo, ha spiegato Mambretti, ci sono « sette linee di azione su cui Cna punta per avere un fisco più equo e sostenibile per artigiani e pmi, che possa anche fare da leva per la crescita e lo sviluppo: ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi, rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa, aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro, rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali ed evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica B to B».

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