Coalizione Ferrario: «Inceneritore Accam da chiudere». Nogarin: «Serve coraggio»

BUSTO ARSIZIO – «Ci vuole tanto coraggio, è faticoso perché sono scelte che non portano consenso immediato, ma è una battaglia che vale la pena portare avanti». Così Filippo Nogarin, già sindaco a 5 Stelle di Livorno, traccia la strada per la chiusura di un inceneritore. Una scelta che, quando era alla guida della città tirrenica, compì con grande determinazione, avviando il risanamento della società partecipata AAMPS che gestiva l’impianto di smaltimento dei rifiuti. «In quel caso – fa un parallelismo il capogruppo del M5S di Busto Luigi Genoni presente insieme alla consigliera Claudia Cerini – hanno sanato circa 42 milioni di debito in cinque anni: noi con Accam abbiamo circa metà del debito e metà degli abitanti di Livorno. È un buon auspicio».

La sala piena

Ai Molini Marzoli la sala è piena, seppur con le restrizioni per il Covid: in una domenica pomeriggio ideale per la passeggiata in centro o la gita fuori porta, è comunque un segnale. «La sala è piena, perché il tema “Inceneritore e Salute” non deve mai essere dato per scontato» sottolinea Amanda Ferrario, candidata sindaca di Movimento Cinque Stelle, Verdi e lista civica ConLei. «Questa è un’occasione più unica che rara. Non basta parlarne, se vogliamo cambiare le cose dobbiamo farlo veramente insieme. Prendere atto che c’è un problema di qualità dell’aria che respiriamo, ed è serissimo, e prendere coscienza che vivere a Busto non è semplice per via dell’inquinamento che mette a rischio la salute. Si può decidere che cambiando il governo della città si cambi la politica di governo del territorio». Il fronte “No Accam” è presente al completo, e la coalizione che sostiene la candidata sindaca si presenta oggi come il principale competitor della sfida elettorale del prossimo autunno ad intestarsi la battaglia per lo spegnimento del l’inceneritore. «È vero che l’opposizione si dovrebbe fare insieme – sottolinea Ferrario – ma forse è il momento di passare dall’opposizione al governo per trovare soluzioni e impegni».

I rischi per la salute

«Il cambiamento parte dal basso, da quel che facciamo tutti i giorni – ricorda Amanda Ferrario – essere qui stasera significa far partire un movimento d’opinione. Aria e acqua sono elementi essenziali da salvaguardare. Perché salvare per forza un impianto che produce solo business?». E se il dottor Paolo Crosignani, già direttore di epidemiologia all’istituto dei Tumori di Milano, mostra tutti gli studi epidemiologici che certificano le ricadute sulla salute degli inceneritori (da quello di ATS Milano su Accam che mostrava 60 ricoveri in più per malattie respiratorie e cardiovascolari in un triennio a quelli su Silla 2 e su Filago da cui emergono rispettivamente crescita di mortalità e ricoveri tra i bambini), i cui «risultati vengono sempre annacquati», minimizzando o negando «correlazioni e associazioni tra gli inceneritori e i rischi che emergono», è il consigliere regionale M5S ed esperto ambientale Roberto Cenci a ricordare che «in Lombardia potremmo chiudere la metà degli inceneritori, in particolare dovremmo chiudere Accam».

Nogarin traccia la strada

L’ex sindaco di Livorno Nogarin è stato impietoso rispetto al paragone con la situazione di Accam: «Non si capisce come possano esserci ancora amministrazioni che investono sugli inceneritori – ha dichiarato – l’alternativa esiste, legata ad una forte politica ambientale. Troppo comodo nascondere la polvere sotto il tappeto, un territorio che guarda al futuro e a quello che lascia ai propri figli, deve cambiare direzione». E quella presa con la Newco a Nogarin, che a Livorno ha percorso la strada del risanamento finalizzato alla chiusura dell’inceneritore, non sembra la migliore: «Dal punto di vista amministrativo l’impressione è che si vada a creare una sorta di tela del ragno che sarà complicata in un secondo momento da sbrogliare. Se si vuole chiudere e risolvere il problema una volta per tutte bisogna seguire un’unica chiara direzione, spingere sulla raccolta differenziata e sulla tariffa puntuale. La chiusura sarà sempre la tappa conclusiva di un lungo percorso. In cui ci vuole tanto coraggio, perché sono scelte consapevoli che non portano consenso. È faticoso, serve coesione da parte della città sul tema della differenziata, ma è doveroso farlo per arrivare allo spengimento. È una battaglia che vale la pena portare avanti».

Busto, coalizione Ferrario contro Maggioni su Accam: «Parma? Il modello è Livorno»

busto arsizio inceneritore accam ferrario – MALPENSA24