In coda dall’alba al gelo al centro per l’impiego di Gallarate. «Un’odissea»

GALLARATE – «La mia odissea in coda al Centro per l’impiego per confermare lo status di disoccupato. Dalle 6 e un quarto del mattino in coda in piedi con due gradi sottozero per poter sperare di essere ricevuto dagli operatori. Il primo in fila è arrivato alle 4 del mattino». Uno dei disoccupati, di cui non sveleremo il nome, tra i tanti che sono stati costretti a sorbirsi giorni di code assurde in quello che una volta si chiamava “ufficio di collocamento”, ha accettato di raccontarci la sua odissea per riuscire ad ottenere udienza allo sportello del centro per l’impiego di Gallarate, alle ex Scuderie Martignoni di via XX Settembre.

All’alba per sperare di entrare

«È una settimana che mi reco tutte le mattine al centro per l’impiego. Apre alle 8.30 e ricevono a partire dalle 9, fino alle 12.45 – racconta il disoccupato, che vive in un Comune del Gallaratese – ieri sono arrivato alle 7.45 e avevo davanti 50 persone. Oggi alle 6.15 e ne avevo 22.
Il primo è arrivato alle 4 del mattino». Ci si deve mettere in coda fin da prima dell’alba per poter sperare di essere ricevuti. Perché ogni mattina c’è un limite massimo di utenti che possono varcare le soglie dello sportello, che dipende dal personale presente. «È scandaloso – prosegue il racconto del nostro “testimone” – la gente fuori al freddo e loro ricevono non più di 25 persone. Ieri solo 10 perché c’era un solo operatore, ma oggi 30. Per fortuna oggi riuscirò a farmi ricevere». Sì, ma solo perché si è messo in fila alle sei e un quarto del mattino, in piedi e con la temperatura che segnava 2 gradi sottozero.

Organizzazione spontanea

Oltretutto, l’organizzazione della cosa, al freddo e al gelo di gennaio, è lasciata alla spontaneità degli utenti: «Il primo che è arrivato alle 4 ha stilato una lista di ingresso. Poi quando apre il centro l’operatrice ha con sé 30 biglietti numerati e li distribuisce in base all’ordine di arrivo». Fino alle 8.30, all’apertura del Centro, non ci sono alternative: bisogna aspettare fuori, perché non è dato sapere con certezza quanti utenti verranno accettati. E non si può neanche aggirare il problema andando in un altro Centro per l’impiego tra quelli presenti sul territorio: c’è l’obbligo di recarsi in quello di riferimento, in base al proprio Comune di residenza. Da quando è stata chiusa la sede di Sesto Calende, poi, il problema si è acuito, perché l’utenza che faceva capo allo sportello della città lungo il Ticino si è riversata su Gallarate.

Solo per un adempimento burocratico

E tutto, e questa è la parte forse più sorprendente e sconfortante della vicenda, «solamente per confermare lo stato di disoccupazione». Non per sperare di ottenere un colloquio o un’opportunità concreta di occupazione. Alzarsi alle quattro del mattino per andare in un ufficio pubblico è una cosa che non sta né in cielo né in terra. «Potrebbero ricevere su appuntamento, oppure qualche ora al pomeriggio – rivela il nostro “testimone” – è scandaloso come per un semplice adempimento burocratico si debba venire al centro per l’impiego di persona e non lo si possa fare online come ormai la maggior parte delle procedure».

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