Collettiva: «Noi con Galimberti. Vogliamo “sbilanciare” a sinistra la coalizione»

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VARESE – «La rielezione di Davide Galimberti è infinitamente più auspicabile del ritorno della Lega e delle destre. Vogliamo sbilanciare a sinistra la coalizione del sindaco uscente, portando nel dibattito politico istanze non rappresentate: l’asterisco che abbiamo scelto come simbolo rappresenta le sue note a margine». A presentare la formazione nata a Varese a fine settembre, con il traguardo a breve termine delle prossime comunali, sono Nicolò Tamburini, medico che lavora in Rsa e centri d’accoglienza, e Cecilia Santo, insegnante di musica e musicoterapeuta. «Ambiente, cultura e sociale sono gli ambiti nei quali si concentrerà la nostra attività, con l’obiettivo di rendere la Città Giardino più bella e inclusiva».

Dare voce a realtà invisibili

«Collettiva è un movimento nato pochi mesi fa, con una prima riunione di otto persone che si è tenuta a casa di Giorgio Maran, consigliere comunale di Bodio: tra noi, è quello che vanta la maggiore esperienza politica», ha raccontato Tamburini. «Abbiamo un’età media di trent’anni e ora, a dicembre, contiamo una sessantina di componenti, con persone che provengono da associazioni come il Covo, Libera, Fridays For Future, Varese Società Civile e Nazione Umana. Arriviamo tutti da attività legate al sociale e al volontariato, che ci hanno permesso di entrare in contatto con diverse realtà poco conosciute e non rappresentate. Abbiamo pensato: perché non provare allora a dare il nostro contributo?».

Competenze reali da spendere

«Il nostro intento è sostenere il sindaco uscente Davide Galimberti e puntiamo ad acquistare un peso più rilevante: è difficile operare grandi cambiamenti se si rimane fuori dal dialogo all’interno della giunta e del consiglio comunale». Il sogno di Collettiva è avere dei consiglieri comunali che portino avanti le sue istanze: «Riguardano soprattutto ambiente, cultura e sociale, temi che conosciamo e per i quali abbiamo competenze reali da spendere. Potremo così presentare proposte concrete nel contraddittorio politico: due esempi delle realtà di cui vogliamo occuparci sono Il Viandante, centro che si occupa dei senzatetto, e l’ambulatorio di Sanità di Frontiera».

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Orti urbani e immobili tolti alla mafia

«Abbiamo creato tre gruppi di lavoro corrispondenti ai settori nei quali vogliamo intervenire; nessuno di loro è disgiunto dagli altri», ha spiegato Santo. «Per quanto riguarda l’ambiente proponiamo gli orti urbani e la riutilizzazione di zone verdi abbandonate, un recupero rigenerativo sia per il terreno in sé che per il suo rapporto con la Città Giardino. Oltre che nei parchi pubblici sarà possibile ritrovarsi condividendo la cura per questi spazi». Considerazioni che si estendono agli immobili sottratti alla criminalità organizzata: «Come riporta Confiscati Bene, nel Comune sono più di sessanta. Puntiamo a un dialogo più stretto con l’amministrazione per rimetterli a disposizione della cittadinanza. La scelta di venderli dovrebbe essere l’ultima spiaggia, c’è sempre il rischio che se ne riappropri chi non dovrebbe».

Un piano regolatore sociale

In cantiere c’è anche un’iniziativa trasversale ai tre gruppi, «un piano regolatore sociale: attraverso questo strumento potremo eseguire uno studio, che così favorirà la concretezza dei nostri interventi, di quelli che sono, in senso ampio, i bisogni della città in ambito sociale e culturale; ci consentirà di agire seguendo una visione d’insieme». Come ha concluso Santo, «mancano alcune cose, è un’osservazione obiettiva. L’assenza crea necessità: siamo nati come gruppo di pressione per mettere insieme riflessioni e idee per una Varese che sogniamo diversa. Come quelle di un centro di aggregazione giovanile, o di spazi che possano occuparsi in modo serio dei senza fissa dimora, presenza tante volte dimenticata. Ma anche dove si possano ripensare temi come quello di un teatro stabile di Varese, del quale si parla da anni».

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