Comerio (Univa): «L’export di Varese fondamentale per l’Italia. Va valorizzato»

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VARESE – «La provincia con le ali non è uno slogan elettorale da tirare fuori quando fa comodo. È qualcosa di più. È un patrimonio industriale da difendere con il lavoro». Così ha dichiarato Riccardo Comerio, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, all’indomani delle celebrazioni per il decennale del Lombardia Aerospace Cluster. Ha invocato pari opportunità per il territorio, ricordando che Varese rappresenta da sola il 30% dell’export nazionale e occorre valorizzare questa industria: «Fa sempre piacere sentirsi dire che siamo bravi, ma ora serve un’azione corale».

Le politica rimanda le decisioni strategiche

«I timori delle imprese si stanno concretizzando. Nonostante tutti i parametri economici, anche quelli relativi alla provincia di Varese certificati dall’Ufficio Studi Univa, stiano lanciando segnali di allarme di un rallentamento sempre più preoccupante, la politica sta rimandando tutte le decisioni più strategiche a dopo le elezioni europee. La campagna elettorale prima di tutto. Il consenso, prima dello sviluppo. Le sorti della Tav sempre più appese ad un filo ne sono l’esempio lampante. Eppure, un messaggio importante molto vicino a quella cultura industriale a cui da mesi il sistema Confindustria richiama il Governo, è arrivato qualche giorno fa dal ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio.

Durante la visita agli stabilimenti Leonardo di Pomigliano ha affermato: “Un euro investito in questi stabilimenti vale decine di euro per i commercianti, i professionisti e le altre attività produttive di tutto il territorio”. Nulla di più vero. Così come la conseguenza di questa affermazione: l’aerospazio è un settore “per cui senza investimenti pubblici non ci possono essere upgrade di processi produttivi”. Sottoscriviamo in pieno, aggiungendo però, che è anche questione di domanda nazionale che deve essere generata con gli acquisti dei prodotti italiani da parte dello stesso esecutivo. Ben venga dunque anche la decisione di stanziare fondi per la crescita del comparto nel Sud del Paese, in Campania.

Sostenendo la Lombardia si sostiene l’intera filiera italiana

Ma la Lombardia dove la mettiamo? Qui si produce il 33% dell’export nazionale. Solo la provincia di Varese si ritaglia una quota del 30%. Nessuno più di noi sa quanto siano vere le affermazioni del ministro Di Maio sulle potenzialità delle imprese di questo settore di fare da traino per l’intera economia di un territorio. Chiediamo, però, pari opportunità per tutto il settore a livello nazionale. Tanto più che sul nostro territorio ci sono le imprese che assemblano il prodotto finale, frutto del lavoro di altre regioni. Sostenendo la Lombardia si sostiene l’intera filiera italiana. Il Governo, in sostanza, investa anche qui. Su chi fa, letteralmente, volare l’intero indotto nazionale. È questa la richiesta avanzata dal Lombardia Aerospace Cluster e dal suo presidente, Angelo Vallerani, durante le recenti celebrazioni per il decennale di costituzione di questa aggregazione di imprese intorno ad un progetto comune di valorizzazione della filiera produttiva. Risorse, certo, ma non solo.

Anche la proposta di creare una cabina di regia nazionale per l’industria della difesa è sposata in pieno dalla nostra Unione Industriali. Aerei, elicotteri e satelliti possono essere piazzati sui mercati solo muovendoci come un unico sistema-Paese, con il pieno sostegno delle istituzioni. Governo in primis. Si tratta di valorizzare competenze centenarie. Si tratta di investire su un know how diffuso che è patrimonio comune, in grado di far crescere l’Italia. Da qui il nostro appello al Governo, ma anche alla stessa Regione Lombardia che deve dimostrare nei fatti di saper e voler investire, così come in maniera lungimirante già stanno facendo Campania, Piemonte, Lazio, Puglia e Sardegna. C’è la sensazione che i primati lombardi di questo settore siano dati per scontati. Ma così non è. Il mercato sta diventando sempre più difficile e la corsa tecnologica è sinonimo di competitività. E in questa gara le Pmi devono poter contare su un serio e concreto sostegno da parte delle istituzioni.

Maturare insieme una visione strategica

Non bastano più dichiarazioni di appoggio delle imprese, spesso accompagnate da semplici copia e incolla di dati che la segreteria del Lombardia Aerospace Cluster, che fa capo all’Unione Industriali, ha già costruito e citato abbondantemente, portandoli all’attenzione della politica. Ai rappresentanti in Regione del nostro territorio è richiesto di più. Bisogna fare lo sforzo di maturare insieme una visione strategica nella quale ognuno faccia la propria parte ma, per una volta, tutti nella stessa direzione. Serve passare dalle parole ai fatti e spendersi per cercare e stanziare risorse a vantaggio della ricerca, dell’innovazione, del mantenimento sul territorio delle competenze e della trasformazione delle imprese verso il nuovo.

L’Unione Industriali fa ormai da dieci anni la propria parte portando avanti un intenso lavoro di tenuta dell’indotto attraverso la cura dei rapporti all’interno del Lombardia Aerospace Cluster. Un tempo durante il quale abbiamo avuto dalla politica tanti attestati di stima, tanti tentativi di inserirsi nel nostro progetto e a suo sostegno con dichiarazioni di intenti all’indomani dei nostri convegni, eventi e presenze all’estero, ma poi nulla più. O quasi. Solo alla Camera di Commercio di Varese bisogna dare atto del finanziamento nel tempo della presenza collettiva alle fiere internazionali. Ma gli altri? La provincia con le ali non è uno slogan elettorale da tirare fuori quando fa comodo. È qualcosa di più. È un patrimonio industriale da difendere con il lavoro. Chi è disposto a tirarsi su le maniche è ora che lo faccia fuori dai riflettori ma con un efficace impegno nelle istituzioni. Fa sempre piacere sentirsi dire che siamo bravi, ma ora serve un’azione corale. Quella nazionale deve garantire parità di condizioni competitive. Quella regionale deve riconoscere con risorse concrete a sostegno dell’innovazione e della promozione sui mercati esteri, la capacità di traino dell’aerospazio a vantaggio di tutto il benessere lombardo e, per il suo tramite, nazionale».

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