di Stefano Angei*
La triste notizia della scomparsa del Presidente Arnaldo Forlani, già Presidente del Consiglio, già Ministro, già Segretario della D.C. nonchè protagonista indiscusso di un importante periodo storico del nostro Paese. Lo si ricordi quale membro dell’asse con Andreotti e Craxi, formando il CAF, segna, a mio avviso, la fine, de facto, di un periodo politico che non può che essere oggi solo un ricordo. Un periodo politico che la storia ha consegnato alle cronache con il termine “Prima Repubblica”, periodo che ho potuto solo studiare e leggere sui libri, non vissuto per limiti anagrafici, ma da appassionato di Politica, mi sono fatto raccontare da molti protagonisti, soprattutto locali.
È chiaro che la morte dell’ultimo Segretario rimasto in vita -ad oggi- del maggior partito della Prima Repubblica, la D.C. segna un solco netto ed irreversibile, che se aggiunto alla scomparsa recente, di Silvio Berlusconi porta via con sé, anche il periodo successivo, sorto dalle ceneri di quella stagione politica spazzata via dell’inchiesta Mani Pulite, la Seconda Repubblica.
Lo scenario futuro è incerto e mutevole, ricordiamo come il primo partito italiano sia ormai quello degli astensionisti. Valori di astensionismo che difficilmente sarebbero stati credibili nel periodo pre “mani pulite” ma che oggi, sono tristemente consolidati. Forse perchè qualcosa di buono in quel periodo c’era, al di là della sostanza proposta dai vari partiti, veniva richiesto un certo stile, complice forse anche l’assenza di mezzi di comunicazione immediati come il cellulare, non difficili da mantenere, perchè per comunicare veniva richiesto più tempo, tempo utilizzato per elaborare i concetti di un pensiero ma anche la forma con il quale esprimerlo. Ecco, una piccola riflessione sorta dalla triste scomparsa di un altro grande personaggio della Politica italiana.
*consigliere comunale di Varese