Confesercenti dal prefetto di Varese: «Aiuti concreti e basta chiusure»

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VARESE – Confesercenti torna dal prefetto di Varese per presentare un documento con una serie di indicazioni per la ripartenza delle attività economiche gravemente provate dall’effetto coronavirus. “La Fase Tre – Riapertura delle attività, tra varianti come emergenza sanitaria e come emergenza economica” è il titolo del dossier consegnato a Dario Caputo, che ha accolto l’associazione di categoria per la seconda volta nel giro di pochi giorni.

Serve un vero sostegno

Tra le richieste avanzate l’abbattimento dei tributi locali, il sostegno economico alle imprese e la tutela della solvibilità bancaria. All’orizzonte c’è infatti lo scoglio di giugno, il mese in cui vengono depositati i bilanci aziendali. Almeno il 70% delle attività, questa è la stima, depositerà un bilancio in perdita riferito al 2020, con un inevitabile impatto negativo sull’accesso al credito.

Gli esercenti chiedono quindi alle istituzioni di portare all’attenzione del sistema bancario la richiesta di considerare ai fini dei criteri di valutazione il bilancio 2019, cioè l’ultimo pre-Covid. Le proposte sono state inoltrate anche ai parlamentari e agli esponenti regionali originari del territorio varesino. «Le istituzioni si dicono vicine alle imprese – dichiara la delegata di Confesercenti Romana Dell’Erba – ma poi si fatica a comprendere le linee guida predisposte a cui le imprese devono adeguarsi».

Basta chiusure

Confesercenti chiede di avere una data certa di riapertura, per poi non chiudere più. Un ritorno al lavoro senza il criterio dei colori, bensì una ripartenza sicura con la campagna di vaccinazione in fase di accelerazione. Si auspica un cambio di passo rispetto al 2020, quando tante attività si sono trovate costrette a lavorare al 30% delle potenzialità, ma con un peso di costi da sostenere pari al 100%, tra affitti, tasse e bollette da pagare e congelamento dei licenziamenti. Ma la strada intrapresa dal Governo non convince.

Rischio di non riaprire

«E ora – si chiedono da Confesercenti – la soluzione paventata è il giallo rafforzato per riaprire con una richiesta di indebitamento, con un potenziale lavoro ridotto al 15% al netto del 100% dei costi? Che risultato ci si aspetta per l’economia?». L’idea Lombardia giallo rafforzato non piace dunque: sono troppe le incognite, dal rischio di tornare all’arancione fino alla disparità tra chi ha spazi esterni e chi non ne è provvisto. Presupposti che non lasciano ben sperare. «La maggior parte dei nostri associati del settore somministrazione alimenti e bevande sta pensando di non riaprire», denuncia Confesercenti Varese.

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