di Massimo Lodi
Il curioso è questo. La radicalizzazione dello scontro fra Cinquestelle e Pd punisce entrambi i partiti: parola dell’ultimo sondaggio Swg. Vuol dire che i simpatizzanti dell’area di sinistra si sono stufati delle divisioni che la spaccano, e passeranno ad altre offerte sul mercato elettorale. Oppure si rifiuteranno di parteciparvi, ingrossando le file dell’astensionismo.
Un pessimo risultato per Conte e Schlein. Per Conte (1) che ha impugnato a scopo di vantaggio personale la questione etica, accampando una superiorità giudicata utile a scavalcare l’avversaria non tanto alle amministrative quanto alle europee. Un test al quale viene attribuita valenza nazionale. Per Schlein (2) che ritiene d’esser tenuta a seguire il rivale su tale campo di scontro -stretto anziché largo- e a sua volta rivendica un’antica supremazia in materia, portando la memoria collettiva all’epoca di Berlinguer.
Ma quando i politici fan la morale alla politica non è mai un buon segnale. Esprime insicurezza, obliquità, confusione. Denunzia mancanza di vera leadership. Racconta dell’affannata ricerca di un traino per sorpassare il competitor, non riuscendovi col mezzo dei contenuti tipici della proposta ai votanti: cosa si vuol fare, con chi, in quali tempi eccetera.
È facile scivolare, quando s’ingaggia la battaglia tra due populismi, nella demagogia un tanto a comizio, ciò che rappresenta l’esatto contrario dell’arte di cogliere gli umori pubblici, trasformarli nell’innesco di strategie governative, interpretare le esigenze più avvertite e darvi risposta. Questa è la politica, che non teme agguati. Al contrario dell’etica, sul cui sentiero il camminatore/moralista più spericolato può sempre trovare qualcuno più temerario di lui. Il Robin Hood che mette al suo arco un dardo chiamato fregatura. Chissà se Conte e Schlein ne sono informati.