Coop e Comune di Busto, rapporti sempre più tesi. Ex Borri: Antonelli sotto attacco

BUSTO ARSIZIO – L’iniziativa: un monumento per ricordare le lavoratrici dell’ex calzaturificio Borri di Busto Arsizio. Lo inaugura domenica 25 ottobre la Coop di viale Duca d’Aosta, omaggio al ruolo sociale e produttivo della storica fabbrica accanto alla quale, due anni fa, ha aperto il nuovo supermercato. Compleanno che i dirigenti del punto vendita intendono celebrare con calcolata enfasi anche per via dei tesi rapporti tra loro e l’attuale amministrazione civica. Quest’ultima, come si sa, dopo che la precedente aveva dato il via libera all’insediamento commerciale, non ha mai guardato con favore a quanto si stava realizzando dirimpetto al Borri. Al punto che, secondo la stessa Coop, Palazzo Gilardoni ha cercato in diversi modi di complicarle la vita. Risultato: una causa in Tribunale (con richiesta danni milionaria) dove sono chiamati in causa, tra gli altri, il sindaco Emanuele Antonelli e l’x vice sindaco, ora parlamentare europea, Isabella Tovaglieri.

busto coop antonelli borriContenzioso che si trascina da alcuni mesi e che, manco a dirlo, rilascia scorie che il giornaletto promozionale del supermercato, Vedetta cooperativa, mette in luce con titoli e articoli corrosivi, che inducono a pensare che il monumento di cui sopra, al di là del commendevole merito, nasconda una sorta di provocazione.”La portineria del Borri: restaurata per entrare nel nulla” è l’esplicativo titolo di un “pezzo” che affonda il colpo sui 150mila euro per il restauro del “piccolissimo edificio destinato a rimanere inutilizzato”. Edificio che la Coop avrebbe voluto abbattere e che, secondo l’esecutivo municipale, è invece coperto da un vincolo architettonico. Fatto è che, al momento, invece di mettere mano all’intera struttura abbandonata e fatiscente del vecchio opificio, in attesa di riqualificazione da un ventennio, il Comune interviene sulla portineria. “Operazione ardua – scrive la Vedetta – quella di un progetto complessivo, molto difficile quella di riorganizzare la funzione dell’ex portineria, comunque lontanissima da chi ha fatto dell’incertezza e della mancanza di prospettiva un metodo di lavoro”.

Facile ipotizzare a chi è indirizzata l’intemerata. A cui ne fa seguito un’altra sulla famosa rotonda tra via Mameli e viale Duca d’Aosta, tolta alle competenze manutentive della Coop per “ragioni strategiche” e di fatto abbandonata a sè stessa. In contrapposizione alla velocità con cui, invece, si cerca di completare la nuova rotonda dirimpetto al Tribunale. Una fretta che fa dire, sempre al giornale aziendale, “per questi motivi è ragionevole concludere che lo speciale indirizzo stabilito dalla giunta per la rotonda di via Mameli sia più una condanna comminata per un peccato d’origine che il riconoscimento di uno status privilegiato. Più che sulle Coop, gli effetti di questa voluta paralisi ricadono sull’arredo cittadino”.

Per non dire, infine, della proposta mai discussa del “Parco delle Genesi”, quasi 2500 firme di cittadini che vorrebbero un parco nell’ex Borri. Una proposta, giusta o sbagliata che sia, comunque da discutere, secondo la Coop. “Lo statuto comunale impegna l’amministrazione ad assumere una posizione ufficiale e pertinente – testuale dal giornale in questione – . Il sindaco Antonelli ha risposto: ‘Non abbiamo previsto la realizzazione di un parco. Quindi è inutile ascoltare una proposta che va in tale direzione. Sul Borri ascolto tutti, tranne il comitato del Parco della Genesi'”. Una posizione chiara, quanto tranchant e, in quanto all’esercizio del potere, spiazzante. Tanto più che, sull’ex Borri, sinora il Comune non ha mai proposto niente.

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