Così i Legnanesi di oggi e di ieri ricordano Felice Musazzi nel centenario della nascita

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LEGNANOFelice Musazzi nel ricordo dei “suoi” Legnanesi. Per qualcuno è stato come un padre, per altri uno di casa. Chi si sente onorato di aver lavorato con lui, chi lo porta nel cuore. Nel centenario della nascita che cade oggi, domenica 10 gennaio, Malpensa24 ha chiesto un pensiero sul fondatore della compagnia teatrale dei Legnanesi, autore di decine di commedie e indimenticato interprete della Teresa a chi ne ha seguito le orme con la stessa passione, la stessa vis comica, la cura e insieme la gioia nel farlo. In scena ci sono la Teresa (Antonio Provasio) e la Mabilia (Enrico Dalceri) di oggi, il Giovanni di ieri (Luigi Campisi) e il suo erede (Lorenzo Cordara). Per tutti, una “parte” improvvisata su un canovaccio ben noto, ma sempre nuovo: proprio come piaceva a Musazzi.

Provasio: «Quei gesti e sguardi pieni di significato…»

«Non bisogna limitarsi a un anniversario, per quanto così importante come quello dei 100 anni dalla nascita, per testimoniare la grandezza di Felice Musazzi come uomo e come artista. Grande tra i grandi, umile e generoso, con I Legnanesi ha creato insieme a Tony Barlocco qualcosa di così unico e speciale che siamo onorati di poter rappresentare ancora oggi. Quando iniziai al suo fianco nei primi anni Ottanta, ho fatto tesoro del privilegio di poterlo osservare da vicino: sguardi complici, gesti impercettibili ma pieni di significato e la capacità di divertire divertendosi. Ci ha insegnato a guardare il mondo attraverso le lenti della sgangherata montatura della Teresa: gli stessi occhiali che me lo ricordano ogni sera, quando li appoggio sul naso prima di entrare in scena».

Dalceri: «Da lui un teatro che non tramonta mai»

«Felice Musazzi ce l’ho nel cuore, gli dedico sempre un pensiero prima dell’inizio di ogni spettacolo. Gli sarò per sempre grato per avermi fatto scoprire la mia vena artistica e per avermi incoraggiato e dato l’opportunità di entrare in compagnia a soli 21 anni, per poi diventare Mabilia dopo ben 17 anni, a fianco di Antonio Provasio che mi ha scelto per interpretare questo personaggio. La genialità di Musazzi è stata (e resta oggi più attuale che mai) di portare in scena la quotidianità con ironia e comicità sana, senza volgarità e che non tramonta mai. Di lui ricordo la tenacia, il senso del dovere, il rispetto e la devozione per il meraviglioso mondo del Teatro: ne ho fatto tesoro, giorno dopo giorno».

Campisi: «Quanti ricordi. E che Maestro»

«Sono davvero tanti i ricordi che mi legano a lui. Dal 1971 al 1988 abbiamo passato tanti anni insieme, recitato in tanti, importanti teatri e calpestato meravigliosi palchi in compagnia di centinaia di migliaia di persone. Nel 1973 Musazzi mi ha scelto per interpretare il suo Giovanni: una scelta azzardata considerata la mia giovane età… Devo dire che ci ha visto bene! Per me è stato un grandissimo attore, un Maestro, un padre oltre che una persona carismatica. Ciao Felice e auguri per i tuoi 100 anni!».

Cordara: «Talento naturale e lezione fondamentale»

«Su Musazzi ho scritto la tesi di laurea, ma a differenza dei miei colleghi che l’hanno conosciuto di persona sul palco, posso dire che è sempre stato in casa mia. La mia famiglia arriva dal cortile ed è prettamente dialettale. Ascoltarlo era un rito a Natale, era il dio in terra. E pur avendo fatto un teatro completamente diverso, devo dire che è sempre stato presente nella mia vita, con il suo dialetto che ci appartiene ed è stato fondamentale. La sua compagnia nata nel 1949 ha unito le persone negli anni difficili del dopoguerra, quando c’era più di tutto bisogno di ridere, proprio come oggi. Avvicinare così tante persone come ha fatto Musazzi credo sia un’impresa fenomenale, veramente da pochi. Era un talento naturale, è giusto rendergli omaggio come a tutti i grandi del teatro a livello nazionale. Capire le dinamiche della sua comicità è complicato, come per ogni talento è fondamentale rispettarlo senza farsi troppe domande. In 70 anni è cambiato molto, ma le sue commedie fanno ancora ridere: cambiano i temi, ma c’è sempre qualche esempio della Teresa da riprendere e trasformare in comicità. L’improvvisazione era il primo scalino per attraversare la commedia di Musazzi, perché c’erano i testi, ma come canovaccio per trasformare tutto in comicità, anche se in alcune commedie compaiono spunti di riflessione sempre validi. Per tutto questo, grande onore a Musazzi».

Un video dalla Contrada di Legnarello

Nel centenario della nascita di Musazzi, la Contrada di Legnarello gli ha dedicato un video (visibile a questo link). «Abbiamo avuto l’onore – ricorda la Contrada giallorossa – di vedere Felice Musazzi vestire i nostri colori come Scudiero nel 1953, Capitano dal 1967 al 1969 e Gran Priore nel 1972 ed è a lui che dobbiamo quella frase che tanto fieramente portiamo sulle nostre spalle quando indossiamo il foulard e che tanto forte risuona nel nostro cuore: “Nüm sem da Legnarell e mai pü sa dislignarellerem”. È inoltre sempre grazie a lui che oggi è di nuovo viva la tradizione della festa popolare della Candelora, che tutti noi conosciamo come festa del “Carü mi Carü ti”. Per questo e per la grandezza dell’uomo che è stato, abbiamo voluto omaggiarlo con uno speciale ricordo di chi ha vissuto con lui i suoi anni di Reggenza».

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