Covid-19, speranza di cura dal plasma iperimmune. Contagio, discesa costante

MILANO – Nel giorno in cui i numeri del Coronavirus scendono in modo ancora più deciso (533 nuovi contagi su oltre 13mila tamponi effettuati, contro i 736 accertati ieri, con un numero poco superiore di test processati), dal San Matteo di Pavia arriva la speranza di una «risposta concreta», come la definisce il governatore della Lombardia Attilio Fontana, all’infezione da Covid-19. Una terapia a base di plasma iperimmune, donato dai pazienti guariti, che hanno sviluppato gli anticorpi: una cura che può consentire di evitare il ricorso alla terapia intensiva, un passaggio molto pesante per ogni paziente Covid.

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Che cos’è la plasmaterapia

Il plasma iperimmune è una componente del sangue dei pazienti guariti dal Covid-19, particolarmente ricca di anticorpi specificamente diretti contro il virus: viene prelevato dal donatore e raccolto mediante un separatore cellulare, con una procedura che dura circa 35-40. «Da un soggetto che dona 600 ml di plasma iperimmune otteniamo due “proiettili” da dare a due pazienti» spiega il dottor Cesare Perotti, direttore di immunoematologia del San Matteo. Il protocollo è sicuro: il prodotto viene controllato dal centro nazionale sangue. «In Lombardia – spiega il servizio diffuso dalla Regione – le 120 sacche infuse a 52 pazienti, non ancora in rianimazione, stanno dando ottime speranze».

Fontana “benedice”

Il primo a congratularsi con l’IRCCS San Matteo di Pavia è il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: «La Lombardia lavora a questo. Risposte concrete». Così Fontana sintetizza la scoperta dei ricercatori di Pavia: «In molti casi consente di evitare ai pazienti la rianimazione e, sapendo quanto sia dura, questo è già un incredibile traguardo contro il maledetto Covid – dichiara il governatore – un protocollo predisposto dal servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con le strutture di Mantova e Lodi, nonché dall’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Sviluppata in Lombardia e già esportata negli Stati Uniti, dove si sta applicando in 116 centri universitari. La cura si sviluppa in abbinamento al test sierologico, sempre del San Matteo di Pavia, che, oltre a dirti se hai o non hai gli anticorpi, ne analizza la quantità presente nel tuo sangue definendo se tu possa diventare donatore del prezioso Plasma con un’alta presenza di anticorpi».

Il riepilogo dei numeri

Sono 533 i nuovi casi positivi al Covid-19 registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore, portando il numero complessivo a 77.002. Più di 200 in meno di ieri quando l’incremento era stato di 737, a fronte di un numero di tamponi analizzati inferiore a ieri, ma di meno di 700 appena. Quello che conforta di più è il dato dei decessi: sono stati 47 nelle ultime 24 ore, quasi la metà rispetto a  ieri (erano stati 88). Se si pensa che un mese fa, il 2 aprile, i deceduti erano stati 367, si comprende chiaramente l’arretramento del fenomeno che si sta registrando. Per arrivare ad un numero di morti giornalieri sotto le 50 unità bisogna tornare indietro addirittura al 7 marzo, il giorno prima del lockdown. Nel computo totale dei decessi però Regione Lombardia oggi, 2 maggio, aggiunge i 282 morti che provengono dall’aggiornamento complessivo di fine mese da parte dei Comuni della Lombardia, relativo all’intero mese di aprile. Così il numero totale dei decessi da Covid sale a più di 14mila. Continua a ridursi la pressione nelle terapie intensive: i ricoverati sono 545, meno 18. I ricoverati in altri reparti sono invece 6.529, meno 99).

I dati nelle province

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