La crisi del fungo, Coldiretti Varese: «Stagione in ritardo»

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VARESE – Una stagione in ritardo, e lontana dai numeri dello scorso anno. Ma i cercatori di funghi non si scoraggiano e, anche in provincia di Varese, è già scattata la corsa alla raccolta di porcini, trombette e chiodini, con le piogge delle ultime settimane che hanno finalmente creato le condizioni favorevoli alla crescita dei funghi. Come ha reso noto oggi, martedì 15 settembre, la sezione locale di Coldiretti, le attività di raccolta nell’area prealpina hanno registrato un vero boom, spinte dal ritorno del bel tempo ma anche dalla voglia di trascorrere tempo libero all’aria aperta passeggiando tra i boschi da distanziamento sociale per l’emergenza Covid.

Le norme di sicurezza

Non mancano, purtroppo, gli incidenti che già in questa prima fase di stagione si sono verificati, con conseguenze anche mortali, sulle montagne del settentrione lombardo. È quindi necessario rispettare ogni norma di sicurezza ed evitare l’improvvisazione: in particolare non ci si deve mai avventurare su sentieri impervi e sconosciuti, mai tentare azzardi, specie quando la pioggia rende scivolosi i sentieri e rendersi sempre rintracciabili in caso di bisogno. È altresì importante seguire alcune importanti regole che – ha precisato la Coldiretti – vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori alla raccolta solo di funghi dei quali si sia sicuri, non fidandosi assolutamente di detti e luoghi comuni ma rivolgendosi sempre, in caso di incertezza, ai Comuni o alle Unioni micologiche per i controlli, e all’utilizzare cestini di vimini evitando le buste di plastica.

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La stagione parte azzoppata e in netto ritardo

Il caldo ha rallentato il cronoprogramma di stagione, e i funghi sono pressoché assenti nella zona “bassa” mentre in quota si trovano in discreta quantità solo in altura. La stagione parte azzoppata e in netto ritardo: colpa in particolare delle temperature notturne, che non consentono quell’escursione ottimale in grado di agevolare lo sviluppo dei miceti. Come sempre, hanno fatto da termometro i porcini che a inizio settembre, anche intorno ai 1200 metri di quota nelle montagne dell’alta Lombardia, scarseggiavano. È assolutamente troppo presto per fare previsioni o bilanci, ma difficilmente si ripeteranno i numeri della scorsa stagione, una delle migliori in assoluto degli ultimi anni. Allo stato attuale, oltre ai porcini, tra i funghi commestibili predominano le russule; i cantarelli sono stati i primi a comparire, ma piccoli e poco abbondanti. Massima attenzione ai funghi velenosi: è già comparsa sul territorio, infatti, anche l’amanita falloide o tignosa verdognola, specie assai diffusa e la più pericolosa esistente in natura a causa della tossicità estremamente elevata.

Una risorsa importante per il Varesotto

La nascita di porcini, chiodini, finferli e altre varietà – ha sottolineato la Coldiretti – per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco. Una risorsa importante per il comprensorio del Varesotto che può contare, in provincia, su 55 mila ettari di foresta, l’indice di boscosità è il più alto di tutta la Lombardia. L’attività di ricerca – ha continuato la Coldiretti – non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri; svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive, dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di professionisti impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.

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Verificare il luogo di raccolta

Nel caso in cui i funghi non vengano raccolti ma acquistati, Coldiretti invita a verificare l’indicazione del luogo di raccolta o coltivazione: l’origine che deve essere riportata obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini. Le indicazioni devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione; è sempre obbligatorio informare sulla provenienza di tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei. Una garanzia – ha ricordato Coldiretti Varese – per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani, con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno se ne consumano in media circa un chilo a testa.

Il decalogo di Coldiretti Varese per il cacciatore di funghi

  • Documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche
  • Comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria
  • Attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia
  • Consultare i bollettini meteo e stare attenti al cambio del tempo
  • In caso di rischio fulmini non fermarsi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati
  • Usare scarpe e vestiti adatti e portare scorte di acqua e cibo.
  • Non raccogliere funghi sconosciuti
  • Verificare i limiti alla raccolta di funghi con i servizi micologici territoriali
  • Pulire subito il fungo da rami, foglie e terriccio
  • Per il trasporto meglio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo

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