Il Papa: no alla cultura dello scarto

Altro durissimo intervento del Papa, in occasione di un’intervista rilasciata a un giornalista inglese e pubblicata anche da Civilità Cattolica. “Alcuni governi hanno preso misure esemplari – dice Bergoglio – con priorità ben definite, per difendere la popolazione. Ma tutto il nostro pensiero è strutturato attorno all’economia. Si direbbe che nel mondo finanziario sacrificare sia normale. E’ la cultura dello scarto”. “Penso per esempio alla selettività prenatale – spiega il Pontefice – oggi è molto difficile incontrare per strada persone con la sindrome di Down. Quando la si vede nelle ecografie, li rispediscono al mittente. Penso alla cultura dell’eutanasia, legale o occulta, in cui all’anziano le medicine si danno fino a un certo punto”. “Penso all’enciclica di papa Paolo VI, la Humanae vitae – continua nell’intervista – la grande problematica su cui all’epoca si concentravano tutti era la pillola. E non si resero conto della forza profetica di quell’enciclica. Fu un avvertimento di Paolo VI riguardo all’ondata di neo-malthusianismo (Malthus sosteneva che la crescita demografica comporta anche un totale consumo delle risorse, pertanto è necessario un controllo delle nascite per impedire l’impoverimento dell’umanità, ndr) perche oggi vediamo nella selezione delle persone secondo la possibilità di produrre, di essere utili: è la cultura dello scarto“. “I senzatetto restano senzatetto – aggiunge Francesco – giorni fa ho visto una fotografia, di Las Vegas, in cui erano stati messi in quarantena in un parcheggio. E gli alberghi erano vuoti. Qui la si vede all’opera, la teoria dello scarto”. “La crisi del covid19 ci tocca tutti: ricchi e poveri. È un appello all’attenzione contro l’ipocrisia. Mi preoccupa l’ipocrisia di certi personaggi politici che dicono di voler affrontare la crisi, che parlano della fame nel mondo, e mentre ne parlano fabbricano armi. È il momento di convertirci da quest’ipocrisia. Questo è un tempo di coerenza. O siamo coerenti o perdiamo tutto”.