Da Busto a Samarate, la «delusione» delle donne PD: «Scelti solo ministri uomini»

BUSTO ARSIZIO – «Deluse dalla composizione impari di questo governo e soprattutto dalla scelta del nostro partito, il Partito Democratico, che ha scelto 3 uomini su 3 ministeri». Non usano giri di parole Valentina Verga, capogruppo PD in consiglio comunale a Busto Arsizio, Ilaria Ceriani, ex assessore all’urbanistica a Somma Lombardo e già segretario del PD a Samarate, e Rossella Iorio, consigliere comunale e segretario del PD di Samarate e già tra i promotori delle “Sardine Varesine”, per denunciare l’assenza di “quote rosa” nella delegazione Dem nel nuovo governo Draghi. Tre donne impegnate nel partito che, come tante altre in tutta Italia, invocano «parità di trattamento» rispetto alla componente maschile del PD.

Oltre le quote rosa

Non è solo questione di “quote rosa”. La riflessione di Ceriani, Iorio e Verga va più in profondità. E parla di valori: «Sembra quasi che ci si sia dimenticati dei nostri valori in nome di un senso di responsabilità che pare debba essere l’unica vocazione». Di meritocrazia: «Ad oggi le donne nel nostro partito evidentemente non hanno neanche raggiunto la possibilità di essere valutate tra le migliori». In generale, del ruolo delle donne in politica: «È difficile per una donna formarsi e fare esperienza in politica, troppo spesso relegata ad un ruolo subalterno».

La nota integrale

In un momento storico come quello che stiamo attraversando, con una crisi pandemica che ha colpito al cuore l’Italia e causato una crisi economica senza precedenti, di certo i temi importanti agli occhi dell’opinione pubblica sono diversi.

Ma se si pensa che questa crisi ha provocato un incremento della disoccupazione e che per il 90% questa ha colpito le donne, forse dobbiamo iniziare a considerare la parità di genere un enorme problema per il nostro Paese.

In questa sede non si vuole parlare o fare riferimento al sostegno all’attuale governo. Le aspettative per la formazione del governo Draghi erano altissime, anche da parte nostra. Una persona di tale caratura morale, con il suo “whatever it takes”, ha fatto sognare il centro sinistra tanto da sedersi ai tavoli delle consultazioni con una resa incondizionata. Sembra quasi che ci si sia dimenticati dei nostri valori in nome di un senso di responsabilità che pare debba essere l’unica vocazione. Il nostro partito ha i ministeri della responsabilità perché ha abbandonato le battaglie valoriali. Serve ricordarsi che una tessera di partito non è soltanto un pezzo di carta. A noi sarebbe piaciuto vedere un centro sinistra che rispolvera i suoi valori, che ne inserisce di nuovi guardando alla società moderna, per difendere i più deboli, che ricomincia a lottare per quelle battaglie valoriale tanto giuste quanto necessarie perché qualcosa possa davvero cambiare. E invece no.

Ferme sostenitrici del valore delle donne nella nostra società e in politica, convinte che la diversità sia non solo un’opportunità ma anche una necessità, siamo state deluse dalla composizione impari di questo governo e soprattutto dalla scelta del nostro partito, il Partito Democratico, che ha scelto 3 uomini su 3 ministeri.

Le quote rosa possono essere considerate esse stesse una forma di discriminazione, ma sono necessarie affinché l’evoluzione culturale della nostra società non permetterà di considerare le persone in quanto tali, e non in quanto uomini e donne, solo allora le quote rosa cesseranno di essere necessarie.

La meritocrazia resta a nostro avviso il primo criterio con cui effettuare una selezione dei migliori, l’unico criterio necessario affinché la nostra società possa muovere dei passi avanti, ma ad oggi le donne nel nostro partito evidentemente non hanno neanche raggiunto la possibilità di essere valutate tra le migliori.

Se ci doveste chiedere di nominare una donna del PD che avrebbe potuto fare il Ministro al posto dei validissimi nomi designati a tale ruolo, quelle che potrebbero venirci in mente si contano sulle dita di una mano. D’altronde è difficile per una donna formarsi e fare esperienza in politica, troppo spesso relegata ad un ruolo subalterno o soffocata da uomini al potere autoritari e autocratici.

Il Partito Democratico è fatto di donne oltre che di uomini, donne capaci, donne formate, donne che conoscono la politica, che nascono nei circoli e fanno la gavetta, che respirano l’aria degli uffici pubblici e ci mettono la faccia, donne, come noi, che vorrebbero vedere una parità di trattamento all’interno del PD, e del centro sinistra in generale, che vorrebbero poter lottare al fianco dei propri compagni di partito contro i femminicidi, a favore delle case delle donne, a supporto delle lavoratrici che devono lasciare il loro impiego per la famiglia… Per politiche sociali attente, affinché all’interno del nostro partito quando devono essere scelti ruoli di responsabilità, parola così amata, alla selezione possano partecipare anche le donne più valide, e ce ne sono, del Partito Democratico.

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