Dalla morte di Bianca nuovi strumenti per dare la vita donati all’ospedale di Legnano

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LEGNANO – Dalla morte di una giovane studentessa nasceranno strumenti che renderanno più facile mettere al mondo nuove vite. Grazie al contributo dei Lions Club di Legnano “Carroccio” e “Host” e in collaborazione con la Fondazione degli Ospedali, il progetto “il Germoglio di Bianca” metterà a disposizione dell’ospedale di Legnano 4 docce speciali in ciascuna delle sale travaglio/parto, che permetteranno alle gestanti un travaglio in analgesia naturale mediante parto in acqua, ma anche musicoterapia e cromoterapia. Il loro costo supera i 50.000 euro e saranno pronte entro un paio di mesi.

Bianca è Bianca Ballabio (in alto), la ventenne legnanese iscritta a Medicina all’Università di Sassari e morta l’anno scorso in un incidente stradale. Per seguire i corsi all’università, Bianca viveva da sola a Sassari mentre a Legnano prestava la sua opera di volontaria. In sua memoria è nata una Fondazione attraverso cui i genitori, Massimo e Michela (nella foto sotto), intendono «portare avanti il suo ricordo nella nostra comunità insieme a nuove progettualità, con diverse iniziative in ambito medico e sociale. Questa – hanno spiegato oggi, mercoledì 24 marzo, nel presentare il progetto – è la prima, ne siamo molto contenti e orgogliosi. È il primo passo per portare avanti quello che era il suo sogno. Ancora non mi capacito di quello che è successo – ha detto la madre di Bianca – per me sono mesi difficilissimi, ma iniziative come questa mi riempiono un pochino il cuore. Un bellissimo progetto, molto edificante, che siamo sicuri che darà risultati positivi».

Un gesto carico di significato

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«Il progetto – ha osservato Fulvio Edoardo Odinolfi, direttore generale dell’Asst Ovest Milanese – ha un significato ancora più importante perché nella nostra ostetricia nell’ultimo anno, in controtendenza rispetto alla tendenza nazionale e regionale, abbiamo avuto un aumento dei parti, 50 in più. Da un tragico incidente nasce una nuova speranza e nascono nuove vite. Un collegamento davvero molto significativo in un periodo in cui tutti abbiamo bisogno di pensare di più alla vita e alle speranze delle mamme che mettono al mondo bambini in tempi così difficili».

«Intitoleremo il reparto a Bianca – ha proseguito Norberto Albertalli, presidente della Fondazione 4 Ospedali – il cui germoglio è un seme da cui usciranno nuove nascite. L’iniziativa è nata a settembre, dopo una riunione del Lions Club “Carroccio”, di cui molti soci si sono spesi personalmente aiutandoci ad acquistare macchine per l’ospedale a prezzo superscontato. Volevamo fare qualcosa di nuovo, insolito e che rimanesse nel tempo. Ho contattato l’allora direttore medico, Eugenio Vignati, e abbiamo vagliato una serie di possibilità fra cui un progetto che si stava elaborando da tempo per permettere un parto naturale più facile e più bello».

Stevenazzi: «Parti con meno dolore e in ambiente familiare»

Come ha spiegato il primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Legnano, Guido Stevenazzi, «nel nostro reparto tutta l’attività è finalizzata a ridurre al minimo l’invasività delle procedure ginecologiche: assume dunque particolare rilevanza avere nuovi presìdi per affrontare la parte di dolore che si manifesta durante il travaglio ma che oggi possiamo gestire in più modi, anche nella maniera più naturale possibile. È dimostrato scientificamente che la doccia preparatoria al parto riduce il dolore grazie al potere rilassante dell’acqua, evitando situazioni di eccessiva medicalizzazione. I nuovi box doccia, dotate di ulteriori componenti a lenire il dolore quali massaggio, cromoterapia, musicoterapia e aromaterapia creeranno un ambiente più familiare e tutte coloro che lo vorranno, potranno accedervi gratuitamente».

«È molto bello – ha detto Andrea Piana, prorettore dell’Università di Sassari, padre di una compagna di corso di Bianca – che in questo periodo di morte e grandi sofferenze si sia pensato alla vita, impegnando risorse per servizi e strutture che portino a nuove vite. Commemorare Bianca con questo progetto, che si unisce al messaggio sulla targa che l’ateneo ha voluto donare in sua memoria, è un modo per sentirla sempre vicina e farle ascoltare la nostra voce. Dal percorso universitario di Bianca emerge la figura di una studentessa modello, che al primo anno aveva già sostenuto 8 esami, compresi alcuni “mattoni” particolarmente ostici come biochimica e anatomia, sempre con voti come 30 e 30 e lode. La sua passione, energia, entusiasmo si riflettono in tutte queste iniziative».

L’impegno dei Lions Club cittadini

Parole cariche di emozione e commozione anche dai presidenti dei due Lions Club. Per Domenico Esposito (“Carroccio”) «il progetto “il Germoglio di Bianca” ci permette di stare vicini alla famiglia di Bianca, che era nata per fare il medico. Bianca è figlia di tutti noi soci del Club. Mi auguro che questa iniziativa possa aprire la strada ad altre collaborazioni», mentre Giovanni Bandera (“Host”), dopo aver ricordato che la giovane «era amica dei miei figli, sono stati pure in vacanza insieme» ha citato un verso del suo gruppo musicale preferito, i Muse: “l’amore è la nostra resistenza”. «Questo è un progetto fondato sull’amore, legato a un gesto d’amore di cui Bianca era grande dispensatrice, e un simbolo di resistenza alle avversità».

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