Daverio, è polemica sull’abbattimento dell’olmo. Tognola: «Danno irreparabile»

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DAVERIO – «Farete un danno irreparabile per la cittadinanza, senza nemmeno consultarla». E’ questa la dura accusa del consigliere di opposizione del Gruppo Misto di Daverio, Alberto Tognola. L’ex sindaco, che si candiderà nuovamente alle elezioni del 2021, se la prende con il primo cittadino, Franco Vincenzo Martino, per la decisione di abbattere un olmo del parcheggio di via Primo Maggio.

Condanna a morte dell’olmo

Il  23 dicembre 2020 la giunta Martino ha deliberato urgentemente l’abbattimento dell’albero in via Primo Maggio. Una delibera immediatamente esecutiva che Tognola definisce «la condanna a morte di un olmo che è un’essenza di pregio,divenuta rara nella nostra zona, quando, a seguito di una epidemia, gli olmi morirono quasi tutti». Un provvedimento che, secondo Tognola, non è così urgente, perché l’incarico dell’agronomo è del maggio 2020».

Senza consultare i cittadini

Il consigliere critica anche le modalità con le quali l’amministrazione ha preso questa decisione. «Non avete l’autorità e l’autorevolezza di arrecare un danno irreparabile alla cittadinanza, senza informarla e consultarla. Vista l’imminenza delle elezioni – dice rivolgendosi a Martino – e visto che fino ad ora non ha smentito la candidatura alle prossime elezioni, sarebbe più corretto inserire questo intervento nel suo programma elettorale e rimettersi alle urne per la decisione».

L’olmo va protetto

Inoltre Tognola sottolinea che dal 2019 il sindaco e la giunta hanno speso per abbattere 26 piante e per potature 73 mila euro. «Nonostante il programma elettorale prevedesse l’implementazione dei parchi comunali. Un’amministrazione avvenuta lo considererebbe un patrimonio appartenente alla collettività da curare e proteggere, dotando il luogo di un pannello esplicativo, che valorizza le sue caratteristiche e i motivi per cui dobbiamo conservarlo; inserendolo in un percorso botanico».

Memoria storica

Infatti, l’olmo di Daverio è uno dei pochi esemplari sopravvissuti in tutta la provincia e ha una storia centenaria. Fu posto a dimora molti anni fa dai picapré, i marmisti che avevano lì, alle spalle del circolo, la loro baracca e lavoravano al riparo del sole sotto l’olmo. «Uno di questi, Mario, che lo aveva piantato, fu chiamato sotto le armi quando il Duce dichiarò guerra a Francia e Inghilterra. Ferito sul fronte francese, venne catturato dai tedeschi e non aderì alla Repubblica di Salò e per questo fu spedito ai lavori forzati in campo di prigionia presso Colonia. Lì incise sulla sua gavetta il suo nome e quelli della moglie e della figlia: era un modo per lasciare una testimonianza dell’affetto che portava loro. Liberato dagli inglesi, ricatturato dai tedeschi, infine liberato dagli americani ritornò a Daverio con mezzi di fortuna. Vogliamo spazzare questo albero simbolo dei lavoratori e della memoria storica di Daverio?»

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