Decessi quasi raddoppiati nell’anno nero 2020 alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano

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LEGNANO – «L’anno 2020 è stato un anno drammatico. Per il Sant’Erasmo, per la Lombardia, per l’Italia e per il mondo intero. La nostra Fondazione è stata una delle prime realtà colpite dal virus. Ed è stata anche una delle prime a informare e raccontare, senza remore, i numeri e le conseguenze dell’epidemia». Lo sottolineano il direttore generale, Livio Frigoli, e il presidente, Domenico Godano, della Fondazione Sant’Erasmo di Legnano nell’introdurre il bilancio sociale della Rsa da essa gestita (nella foto) relativo al 2020 e reso noto oggi, sabato 26 giugno.

«Abbiamo vissuto mesi di vera e propria difficoltà – sottolineano Godano e Frigoli – che hanno spezzato vite umane e annientato legami e affetti. Abbiamo lottato, spesso strenuamente, cercando di invertire la rotta e di uscire a testa alta dalla crisi. Tante cose devono ancora tornare alla normalità, ma oggi possiamo dire che il peggio è passato e il fatto di vedere di nuovo tanti ospiti nella nostra Rsa è il segno concreto della nostra ripartenza. Il “Bilancio sociale” 2020 racconta soprattutto questo: lo sforzo e l’impegno che la Fondazione ha profuso per resistere e ripartire. Ed è anche un atto di ringraziamento alle tante persone, alle famiglie, alle istituzioni, ai dipendenti, ai collaboratori, ai volontari che mai ci hanno lasciato soli: è anche e soprattutto merito loro se oggi possiamo guardare con fiducia e ottimismo al futuro».

Fra le vittime, anche un infermiere

Come si legge nelle 50 pagine del bilancio sociale, nella storica Rsa legnanese il virus ha colpito duramente sia gli ospiti che gli operatori. Il numero ufficiale dei dipendenti colpiti ammonta a 52, fra i quali rientra un infermiere deceduto dopo pochi giorni di ricovero in terapia intensiva. A questi vanno aggiunti i malati rientranti nelle categorie dei collaboratori e dei lavoratori in somministrazione.

Fra gli ospiti, quelli colpiti dal Covid-19 risultano 81: 64 nella prima ondata (dal 17 febbraio al 5 luglio) e 17 nella seconda (6 luglio-31 dicembre); i decessi sono stati rispettivamente 8 e 7, per un totale di 15. L’elevato numero di decessi totali, quasi raddoppiati – erano stati 41 nel 2019, saliti a 78 nel 2020 – ha causato, come in quasi tutte le Rsa lombarde, un altissimo turn over, mentre il blocco degli ingressi ha impedito il pieno ricambio dei posti disponibili: di qui il saldo negativo (-24) del 2020, con una occupazione della Rsa scesa di 17 punti percentuali quando nel 2019 era stato raggiunto il tasso record del quinquennio, sfiorando il 100%.

Assistenza più che doppia rispetto agli standard minimi

Nonostante le difficoltà, la Rsa Sant’Erasmo, nel corso del 2020, ha garantito un’assistenza agli ospiti mediamente superiore di 553,5 minuti settimanali (più di 9 ore), per un totale che ammonta al 159,3% dello standard minimo richiesto da Regione Lombardia.

Il bilancio dell’ente registra poco più di 5 milioni di euro di entrate (5.188.551,63), con 159 dipendenti che operano in via continuativa; dei 116 dipendenti assunti a tempo indeterminato, 70 (pari al 60%) lo sono part-time e 46 (il 40%) a tempo pieno. Oltre ai 125 posti letto autorizzati nella Residenza socio sanitaria, la Fondazione gestisce servizi di Rsa-aperta con circa 65 utenti domiciliari. La retta giornaliera di permanenza in struttura è stata nel 2020 di 82 euro per il reparto protetto (Alzheimer) e di 72 euro per tutti gli altri reparti.

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