FAGNANO OLONA – Campetti da calcio chiusi e abbandonati sul retro del palasport, il sindaco Marco Baroffio fa chiudere i varchi della recinzione e ribadisce che «è vietato giocare», per via del degrado in cui versa l’area. «Tenete gli occhi aperti – l’invito del primo cittadino ai fagnanesi – chi vede qualcuno dentro lo segnali alla Polizia locale o ai Carabinieri».
L’ispezione
«Ho fatto il sindaco-gendarme» confessa Baroffio, che nel suo videomessaggio social settimanale ha raccontato la sua ispezione ai campi da calcetto «chiusi da qualche anno» dietro al Palamarino. Ho trovato alcuni ragazzi dentro a giocare, ma è vietato – rivela il sindaco di Fagnano Olona – l’ufficio lavori pubblici è già intervenuto a chiudere i varchi». Toni da “pugno di ferro” che hanno suscitato qualche polemica, inducendo lo stesso primo cittadino a puntualizzare la situazione dei campi.
«Vietato giocare»
«Urge, non da oggi, ma da ieri, trovare una soluzione – ammette il sindaco Marco Baroffio – non è per fare lo scaricabarile su nessuno. Se i campetti oggi sono chiusi, è anche responsabilità mia per non essere riuscito a creare le condizioni adatte per lo sfruttamento di quell’area. Fatta questa precisazione, occorre aggiungere che fino a quando i campetti saranno chiusi, devono esserlo per tutti, quindi non è ammissibile che si entri dalla recinzione. Se dovesse succedere qualcosa, mia sarebbe la responsabilità e la cosa che mi creerebbe maggior disagio, è il fatto di non aver potuto far nulla per evitare spiacevoli inconvenienti».
Il futuro dei campetti
Quale soluzione per ripristinare le strutture sportive e rimetterle a disposizione dei fagnanesi? «Al momento mi sento di pensare a due soluzioni – rivela Baroffio – la prima, quella di cercare di creare maggiori e più favorevoli condizioni possibili per lo sfruttamento da parte di un ente gestore, di quell’area; la seconda, valutare e capire se possibile, la regolamentazione dello sfruttamento di uno di quei campi, almeno in questo periodo di attesa, per dare la possibilità ai nostri ragazzi, di poter utilizzare un campo in tutta sicurezza e libertà».