Legnano, delivery della droga in pieno centro dalla panchina nel parco di via Diaz

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LEGNANO – Basta attendere che le mamme con i passeggini e i padroni dei cani rincasino per la cena ed eccoli, puntuali come se dovessero timbrare il cartellino. Il primo arriva in sella a una bicicletta da via Milano, percorre pochi metri nel parco e lascia un sacchetto in un bidone della spazzatura, dopo averne alzato il coperchio. Poco dopo arriva il complice, sempre in bici, a prendere l’involucro: l’ordine è già pronto, basta recuperare il pacchetto e recapitarlo al cliente, in attesa nella sua auto parcheggiata in via Diaz, davanti alle scuole. Pochi rapidi gesti e lo scambio è concluso: droga per soldi, tutto liscio come l’olio. Il commercio di “fumo” e “coca” proseguirà la sera e con il buio, fino alla prima parte della notte. Un delivery in piena regola, rapido ed efficiente, che soddisfa quasi ogni giorno diversi clienti. A Milano durante il lockdown usavano i veri corrieri, ignari di quello che stavano trasportando, a Legnano si servivano e si servono di una panchina (quella evidenziata nella foto, con tanto di “sentinella” a presidiarla), punto di contatto e di contratto: richieste semplici, risposte secche, basta uno squillo o un sms e parte la consegna.

“Consegne” quasi quotidiane

La scena si ripete da tempo nel giardino intitolato ai Donatori del Sangue tra le vie Milano e Matteotti, nel pieno centro di Legnano. Nei mesi del lockdown, nel parco si vedevano quasi solo loro; ora che è tornato ad essere frequentato tutto il giorno da giovani, anziani e famiglie, gli spacciatori si presentano tra il tardo pomeriggio e la sera, quando nei vialetti del parco c’è meno movimento. Uno non lascia mai la “sua” panchina, l’altro (o gli altri) vanno pedalando in qua e in là per ritiri e consegne già concordate; qualcuno porta sulle spalle uno zaino. Un meccanismo collaudato, che fa leva su un deposito di roba chissà dove – ma probabilmente in un’abitazione nei dintorni – e sulla clientela che arriva in auto e si ferma nel parcheggio. Col calare delle tenebre, il parchetto si immerge nell’oscurità: molti lampioni sono spenti, a cominciare proprio da quelli vicini alla panchina; il resto lo fanno i rami bassi e frondosi di alcuni alberi.

I residenti: «Qui nessun controllo»

«La mattina – racconta una signora che abita proprio di fronte ai giardini – sopra la panchina e tutt’intorno trovo tante volte sacchetti, bottiglie, avanzi di cibo, perfino giacigli. È il punto di ritrovo, e chi ci sta ci passa le ore. Nel parco c’è chi dorme, chi ci mangia e fa i bisogni sotto le piante sempre vicino a quella panchina, dov’è buio pesto». A ogni chiamata, parte la consegna. «Ho visto spesso – interviene un’altra signora che porta qui il cane – le stesse auto parcheggiate. Chiamano al telefono con il viva voce e quando quelli rispondono lo tolgono: subito dopo si materializza quello con la bicicletta». La preoccupazione dei residenti è alta e si somma agli altri problemi di ordine pubblico di questo periodo nel centro cittadino. «Qua non interviene nessuno, così chi spaccia rimane impunito. Lì vicino, davanti al chioschetto, ci sono giochi per i bambini e di giorno tanti adolescenti. E pensiamo a quello che potrà succedere quando riapriranno le scuole di fronte…». La soluzione indicata dai residenti nel quartiere è semplice: «Non servono telecamere o chissà cosa, basterebbe l’illuminazione. E poi pattuglie che girino in divisa o in borghese, non alle cinque del pomeriggio ma quando c’è buio, magari muniti di torce e che arrivassero di sorpresa. Ne vedrebbero delle belle».

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