Diabetologia Busto, una paziente: «Mesi per una visita. Abbandonati da Regione»

BUSTO ARSIZIO – «Sono diabetica da più di trent’anni, Busto era l’eccellenza. Oggi i medici fanno quello che possono, fin troppo, ma sono pochi. La Regione ci ha abbandonati». Lo sfogo di una paziente della diabetologia di Busto Arsizio irrompe nel convegno organizzato dall’associazione “La Dolce Vita” nell’aula Suor Bianca dell’ospedale di via Arnaldo da Brescia. Il “caso” diabetologia esplode anche a Busto, dopo la polemica che l’ex parlamentare Luigi Peruzzotti aveva scatenato a Gallarate.

Lo sfogo

Il problema è «il servizio sanitario», non certo il personale, ormai ridotto ai minimi termini un po’ ovunque. «I tempi per i controlli per i pazienti diabetici ora sono molto più lunghi – rivela la paziente della diabetologia di Busto – per prenotare un fundus oculi dovrei aspettare il 2024, per le visite e la terapia del dolore dei mesi. E allora sono costretta a rivolgermi al privato, e a fare tutto a pagamento». La presidente dell’associazione “La Dolce Vita” Elisabetta Bombaglio spezza una lancia in favore della rete che si può creare tra i pazienti e i medici specialisti: «Ci sono tante inefficienze, è vero. Ma se l’associazione è forte, visibile e presente vicino agli enti, fare rete con i medici è l’unico modo che abbiamo per affrontare i problemi».

«Mancano risorse e professionisti»

«Il sistema è stressato in modo drammatico – ammette il dottor Paolo Rumi, endocrinologo dell’Istituto di Medicina dello Sport dell’Università di Milano – mancano risorse e figure professionali. È un discorso strutturale complesso: se ci metteranno le mani adesso, i risultati si vedranno solo tra dieci anni». Il responsabile dell’endocrinologia è diabetologia di Asst Valle Olona Paolo Erpoli rivela che su tre nuovi medici endocrinologi per i quali è stato avviato un concorso, «potrebbe arrivarne solo una a febbraio, gli altri due non riusciamo a prenderli. Perché se si fa un concorso e ci sono 5 medici per 20 posti, chi vince va dove gli fa più comodo».

Il convegno

La situazione di criticità strutturale nei reparti di diabetologia non ha però messo in secondo piano la finalità del convegno, «Lo stile di vita è un aspetto della terapia da non trascurare, sia dal punto di vista fisico che mentale» sottolinea Ivano Franzetti, l’ex primario di diabetologia che attualmente dirige il poliambulatorio “Le Terrazze”. «Qualsiasi attività fisica – aggiunge Rumi – è utile sia nella prevenzione sia nella cura del diabete». Perché, spiega Erpoli, «la terapia del diabete è come uno sgabello a tre gambe, tutte e tre necessarie: movimento, dieta corretta e farmaci». Ecco perché La Dolce Vita promuove l’attività fisica dei pazienti diabetici, dalle ormai abituali passeggiate fino ad un progetto, in collaborazione con l’associazione Oxygen Thriatlon, per l’avvio alla pratica sportiva dei ragazzi diabetici.

busto arsizio diabetologia ospedale – MALPENSA24