Disastro aereo a Malpensa. Maxi-esercitazione con oltre 300 figuranti

esercitazione emergenza malpensa

MALPENSA – Passeggeri feriti sottobordo, le ambulanze che sfrecciano sulla pista, i vigili del fuoco con le maschere antigas, il fumo che esce dall’aereo. Sono scene che raccontano i momenti immediatamente successivi a un disastro aereo, scene che per fortuna sono soltanto una realistica quanto spettacolare esercitazione, messa in atto ieri notte a Malpensa testare le capacità di risposta dell’aeroporto in caso di un evento critico.

Garantire i massimi standard di sicurezza

Erano oltre 300 le persone coinvolte che a vario titolo, sotto la regia di Sea, hanno partecipato alla simulazione full scale a Milano Malpensa. La compagnia aerea Air Italy, per esempio, ha messo a disposizione un velivolo basato in brughiera e il proprio personale di bordo. E poi c’erano uomini della polizia di frontiera, carabinieri, guardia di finanza, dogana, Protezione civile, Regione Lombardia, Enac, Enav, vigili del fuoco, Areu 118, Airport handling, Aoc comitato utenti, Sipem, Parco del Ticino, NoiSea, Jrc Ispra e Liuc. E’ un’attività che ha interessato tutti gli enti di Stato e le società aeroportuali che ogni giorno lavorano nei due Terminal e sul piazzale per garantire gli altissimi standard di sicurezza previsti dalle normative. Ieri notte è stato simulato l’incendio di un trattorino destinato al trasporto bagagli,  parcheggiato in prossimità di un aeromobile. L’incendio si è innescato durante l’imbarco dei passeggeri e il rifornimento al veivolo.

Come in un film d’azione

A completare il quadro decine di comparse, arruolati tra le file della protezione civile, che rappresentavano i passeggeri da evacuare dall’aereo. Una eventualità remota, ma purtroppo una eventualità. La maxi-simulazione di emergenza full scale si ripete ormai da anni ma ogni volta si cambia lo scenario di riferimento per valutare la risposta dell’aeroporto in situazioni differenti. Nel 2015, per esempio, entrarono in azione addirittura le teste di cuoio. Gli uomini del Comando delle forze speciali dell’esercito (Comfose) specializzati negli interventi per la liberazione di ostaggi utilizzarono un aereo messo a disposizione da easyJet per testare le loro capacità maturate in anni di duro e severo addestramento. Come nei migliori film d’azione fecero irruzione armati fino ai denti sul velivolo, dirottato da parte di elementi ostili in territorio estero secondo le indicazioni date ai partecipanti alla esercitazione “Grifone 2015”. Alcuni atterrarono con gli elicotteri, altri si lanciarono coi paracaduti, il reparto di terra utilizzò particolari mezzi blindati. Ad assistere alle operazioni arrivò anche l’allora ministro della Difesa Roberta Pinotti.

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