Caos mascherine, Cardano annuncia e poi annulla la distribuzione gratuita

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CARDANO AL CAMPO – La distribuzione delle mascherine gratuite di Regione Lombardia diventa un caso a Cardano al Campo. Dove il Comune annuncia, a partire da oggi 6 aprile, la distribuzione gratuita salvo poi essere costretto a fare marcia indietro poche ore dopo l’avviso alla cittadinanza. Mentre le autorità implorano i cittadini a restare a casa, infatti, il metodo scelto avrebbe creato fuori dalla sede della Protezione civile inevitabili e pericolosi assembramenti di persone ancora sprovviste di mascherine per andare a ritirare la propria. Diabolico.

L’annuncio

Con un primo avviso il sindaco Maurizio Colombo ha annunciato ieri la distribuzione nella sede della Prociv delle prime 200 mascherine ricevute, «assegnate nella misura di una a famiglia residente a Cardano. Si raccomandano guanti, mascherine e il rispetto della distanza di sicurezza». Mentre la stragrande maggioranza dei Comuni si sta organizzando con la consegna a domicilio tramite i volontari, Cardano invece aveva optato per una scelta controcorrente, ovvero invitando 6mila famiglie a uscire di casa per assembrarsi nel luogo di consegna nella speranza di ottenere una delle 200 mascherine gratuite.

La retromarcia

Capito l’errore, ieri sera il Comune ha fatto marcia indietro con un nuovo avviso di Colombo: «Buona sera, a seguito della comunicazione della distribuzione delle mascherine di domani pomeriggio io e i miei collaboratori abbiamo ricevuto un miriade di telefonate tante e tali da farmi riconsiderare le modalità. Ciò premesso, viene annullata la prevista distribuzione che, considerate le premesse, creerebbe affollamento difficilmente governabile. Aspetteremo l’arrivo dell’intero blocco a noi concesso dalla Regione che, da quanto si legge, dovremo decidere la distribuzione. Cercheremo di trovare la soluzione più semplice e meno impattante sulla popolazione. Mi scuso per il disguido».

I sapientoni

Naturalmente tra il primo e il secondo avviso sono cominciate a piovere, attraverso i social, critiche a cui l’amministrazione, prima di compiere il saggio passo indietro, ha provato a tenere testa. In prima linea l’assessore all’Urbanistica (e segretario della Lega) Angelo Marana che inizialmente ha risposto alle proteste con ostentata sicurezza («Troppi sapientoni parlano senza sapere. Inutile fornire risposte») ma poi, quando il sindaco ha diramato il secondo avviso, il post (nella foto in basso) è sparito. Era successa la stessa cosa qualche settimana fa, quando Marana incolpò il Parco del Ticino dello scempio ambientale all’area feste. Un vizio, insomma.

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