Dopo il Covid la politica ha pensato soltanto a sè stessa

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di Gian Franco Bottini

Noi c’eravamo e abbiamo il dovere di non dimenticare, anche per rispetto verso chi non è più in grado di farlo. E’ un po’ il pensiero da condividere in questi giorni, nei quali si sono ricordati tutti i nostri morti per covid. Diciamo nostri perché i numeri parlano e raccontano che pochi di noi possono dire di non esser stati colpiti nella sfera dei famigliari e delle amicizie.

Ricordare, ricostruire, giudicare, interpretare (e potremmo continuare!) tutto ciò che è accaduto  è doveroso per la memoria di chi ci ha lasciato, ma anche per insegnamento a chi verrà, dato che un  evento, così improvviso e sconosciuto, adesso sappiamo che potrebbe ripetersi. Qualche volta pare che la natura decida di ribellarsi alla sicumera della nostra scienza.

Ma il Covid ha lasciato il suo segno tangibile anche in termini pratici. Con il comparto medico/sanitario provato, deluso e decimato; con le strutture ospedaliere, se dovessimo giudicare quelle del nostro territorio, che non accennano a rimettersi in sesto,anzi … Oggi è l’inevitabile momento delle più disparate “commissioni di indagine” su quanto avvenuto e ci auguriamo che, almeno in questo caso, ci sia quella lealtà ed obbiettività che consentano di metter in luce positività e negatività, con il chiaro intento di “imparare” come comportarci nel futuro. C’è d’augurarsi che non si cada nella solita bagarre da “caccia alle streghe”, ricordando con onestà intellettuale quale fosse il clima di sconcerto, di scarsa conoscenza e di diffusa paura, entro il quale si muoveva chi doveva prendere, soprattutto all’inizio, delle decisioni del tutto nuove.

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Gian Franco Bottini

Diciamo questo non per inutile o assolvente buonismo, ma per ricordare che di fronte ad eventi di questo genere, il mutare del contesto in cui essi avvengono è un dato molto impattante nei momenti decisionali . Per rispetto di chi non c’è più, speriamo che, almeno in questa circostanza, la politica non faccia di un argomento che tocca profondamente la sensibilità della gente, il solito terreno di squallido scontro ideologico. Non c’è da meravigliarsi se verranno a galla, come già avvenuto, turpi episodi di sfruttamento economico di una malaugurata situazione (successe anche con i terremoti) e ci auguriamo nessuna pietà per “qualsiasi” livello di coinvolgimento.

Verranno a galla, come già emerso,  scontri di potere; magari volutamente accentuati in momenti nei quali invece era necessario agire con rapidità (fra Stato, Regioni, entità sanitarie nazionali e sovranazionali) e magari anche pilateschi scarichi di responsabilità. C’è solo da augurarsi che in proposito non si creino cortine fumogene per oscurare la realtà dei fatti ma nel contempo che l’unico obbiettivo non sia “la caccia alle responsabilità”, quasi sempre destinata ad affondare in paludose e burocratiche disquisizioni, ma prioritariamente sia la concreta ricerca dei punti deboli del sistema.

Verranno a galla, come già avvenuto, ritardi e titubanze nel prendere decisioni tempestive (aperture zone rosse lombarde, per esempio) che privilegiassero l’aspetto sanitario rispetto a quello economico generale.

Verrà a galla, come già emerso, l’inadeguatezza, non solo politica ma soprattutto umana, di  personaggi  che, all’interno di Ministeri e Regioni, in un momento di tale delicatezza si preoccupavano di intralciarsi vicendevolmente, per una diversa appartenenza partitica o, peggio, per gelosie legate alla “visibilità” personale.

Verrà a galla, se mai ce ne fosse bisogno, l’eccessiva spettacolarizzazione di quella che in certi momenti era tragedia, suggerendo che, nell’interesse generale, in particolari situazioni anche l’aspetto mediatico deve essere governato, pur nel rispetto della libertà di informazione.

Finite le più rilevanti scosse del terremoto-Covid, ci si aspettava però che si procedesse il più rapidamente possibile alla “ricostruzione”. Ciò, con particolare riferimento alla nostra regione (una delle più colpite), purtroppo pare non essere proprio avvenuto! Le allora incombenti elezioni, nazionali prima e  regionali poi, pare abbiano interessato i nostri politici molto di più che il recupero dell’efficienza del sistema sanitario regionale, mettendo a nudo una incapacità di reazione che conseguentemente ha causato una crescente precarizzazione delle aree maggiormente sofferenti : organici ospedalieri, medicina di base, tempi di attesa etc.

Finiti i balletti post-elettorali, alla nuova Giunta regionale, ma soprattutto a tutti quei politici che ai tempi del Covid già erano in carica, si richiede che finalmente il problema venga seriamente affrontato. Non foss’altro per gratitudine verso quei cittadini che, pur preoccupati della attuale situazione sanitaria, con il loro voto favorevole hanno benevolmente dimostrato di non aver ritenuto di aprire, nei loro confronti, sempre possibili metaforiche “commissioni di indagine”. 

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