Due arresti per l’assalto al portavalori di Monteggio. Indagini anche a Varese

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VARESE – Sono due gli arresti per l’assalto al furgone di una ditta di trasporto valori avvenuta il 5 luglio dello scorso anno a Molinazzo di Monteggio, in Svizzera. Il Ministero pubblico e la Polizia cantonale comunicano oggi, 13 agosto, la conclusione degli accertamenti. Alle indagini hanna collaborato anche i carabinieri e la procura di Varese per quanto di loro competenza.

Pianificavano altre rapine

Durata svariati mesi, la complessa indagine è stata portata avanti dagli inquirenti della Polizia cantonale con la preziosa e fattiva collaborazione delle autorità italiane, e in particolare dei carabinieri del Reparto operativo nucleo investigativo di Varese, coordinato dalla procura della Repubblica di Varese, e delle procure di Roma e Latina. Si è così arrivati a identificare coloro che sono ritenuti i principali autori dell’assalto al portavalori, portando in luce in un secondo momento ulteriori azioni criminose in fase di pianificazione, con il coinvolgimento di altri.

Le indagini a Varese

L’indagine si è sviluppata in seguito alla rapina al furgone portavalori della ditta Loomis avvenuta alle 1o.15 del 5 luglio 2019 nel Comune di Monteggio, in Canton Ticino, e poi conclusa in territorio italiano, nelle campagne di Arcisate. Durante l’azione criminosa i malviventi sequestrarono il conducente del furgone, trattenuto all’interno del mezzo abbandonato fino alle 11, quando il veicolo e la guardia giurata vennero scoperti dai Carabinieri di Varese. In seguito in militari dell’Arma, grazie ad un’attenta analisi dei lettori targa e delle telecamere installate nei Comuni dove era transitato il veicolo rubato, ricostruirono interamente la vicenda criminosa ed individuarono un primo gruppo di cinque individui che si erano resi responsabili del fatto. Coordinati dalla Procura della Repubblica di Varese i Carabinieri del Nucleo Investigativo avviarono un’attività tecnica che consentì di intercettare gli autori del fatto e registrare che erano intenzionati a commettere reati di analogo tenore, sempre in territorio svizzero. Grazie a queste risultanze l’organo di polizia Cantonale svizzero procedette quindi all’arresto di un 46enne italiano, bloccato in Svizzera e tutt’ora trattenuto in carcere all’estero.

Gli arresti

Due le persone arrestate: un 46enne cittadino italiano residente in Italia, attualmente in detenzione in Ticino, e un 63enne cittadino italiano, fermato in Polonia a seguito di un mandato di cattura internazionale spiccato dalla magistratura ticinese. Complessivamente cinque uomini e una donna, tra i 24 e i 67 anni, tutti cittadini italiani, risultano invece sotto inchiesta poiché coinvolti con ruoli diversi nei fatti. Nei loro confronti sono già state avviate le relative procedure di assistenza giudiziaria internazionale.

Doppio filone

Gli accertamenti si sono sviluppati in momenti distinti e lungo due filoni di indagine che in parte sono venuti a convergere nel corso del tempo. Le verifiche si sono dapprima concentrate su una serie di sospetti relativi all’incursione di Molinazzo di Monteggio dando vita a una proficua collaborazione investigativa con le autorità italiane. Nell’ambito dei successivi rilievi e approfondimenti è emerso così che parte delle persone oggetto delle verifiche stava pianificando nuovi atti criminali in territorio ticinese. Ne è nato un ulteriore dispositivo di polizia che, lo scorso ottobre a Chiasso, ha visto le manette scattare ai polsi del 46enne. Risale per contro al mese di febbraio l’arresto in Polonia del 63enne che è stato recentemente estradato e si trova ora in detenzione in Ticino.

I mandati di cattura

Parallelamente, grazie anche all’acquisizione dei risultati delle indagini italiane, è stato infine possibile ricostruire le responsabilità dei singoli imputati (procedendo all’emissione dei relativi mandati di cattura) sia per quanto riguarda la rapina del 5 luglio 2019 sia con riferimento all’ulteriore progetto criminale. Le principali ipotesi di reato, promosse a vario titolo e a seconda dei gradi di responsabilità, sono quelle di rapina aggravata, sequestro di persona e rapimento, infrazione alla legge sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni, atti preparatori punibili alla rapina. L’inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Marisa Alfier.

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