easyJet cresce a Malpensa. «Ma serve un’unica legge per viaggiare in Europa»

MALPENSA – «Oggi ogni Stato europeo dà delle indicazioni diverse sugli obblighi sanitari per entrare nei propri confini, mentre noi chiediamo ai governi di coordinarsi e produrre un’unica misura paneuropea per dare chiarezza ai passeggeri e agevolare noi compagnie aeree». E’ questo l’appello che easyJet ha lanciato ieri, sabato 9 ottobre, al World Routes Milano 2021 ospitato da Sea a Milano, per riprendere il traffico aereo e portarlo ai livelli pre-pandemia. «Non abbiamo paura della concorrenza, ma vorremmo trasparenza dalle istituzioni e nessuna tassa punitiva: solo così in Italia potremmo incrementare l’attività su Malpensa, collegandola a più destinazioni possibili», ha aggiunto la Chief Commercial Officer della compagnia, Sophie Dekkers.

Malpensa è il futuro

Da 15 anni easyJet opera su Malpensa, un lungo periodo nel quale si è certamente imposta come una delle maggiori compagnie aeree low cost e ha attivato 21 velivoli. Ma, proprio come con il resto del settore, la realtà ha subito un duro colpo con la pandemia da Covid-19. «Grazie all’avanzamento della campagna vaccinale, però – spiega Sophie Dekkers, CCO di easyJet – speriamo di riprendere l’attività non solo per riportarla ai livelli originari, ma per aprire nuove rotte e aumentare le destinazioni collegate con Malpensa».

Troppa confusione

Prima di pensare a un’espansione, però, bisogna concentrarsi sul presente e sulla ripresa dei viaggi e quindi dell’economia aerea. «Purtroppo ad oggi ci sono ancora molte restrizioni che dissuadono i passeggeri dal prenotare un volo e non li fanno sentire sicuri all’idea di mettersi in viaggio». Per esempio per recarsi nel Regno Unito dall’inizio del mese non è più necessario fare un tampone molecolare, che invece serve per ritornare in Italia e così ogni Paese, europeo e non, ha delle indicazioni diverse in entrata. «Noi chiediamo una misura paneuropea, che valga per tutti gli stati dell’Unione, compreso anche il Regno Unito, in modo che da un lato i viaggiatori abbiano le idee più chiare e noi compagnie possiamo organizzarci con facilità».

Fair play

La richiesta che easyJet rivolge ai governi è quindi quella di coordinarsi per dare indicazioni univoche e facilitare gli spostamenti, ma anche quella di evitare le cosiddette «tasse punitive», soprattutto perché easyJet, che è certamente una delle prime compagnie low cost, non è assolutamente l’unica. «Non abbiamo paura della competizione nel settore, anzi la vediamo come uno stimolo e una possibilità di servire al meglio i clienti, ma vogliamo giocare ad armi pari. Ognuno deve avere la possibilità di crescere e rafforzarsi, quindi vorremmo essere messi nella posizione di fare il nostro lavoro», conclude Dekkers.

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