Oliveira (ACI World): «Aeroporti indebitati. Inevitabili costi in aumento per i passeggeri»

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MALPENSA – «A livello globale i governi non hanno per nulla aiutato gli aeroporti durante la pandemia da Covid-19 e quindi in molti casi abbiamo accumulato un debito che qualcuno dovrà pagare». E’ questo l’allarme lanciato da Luis Felipe de Oliveira, direttore generale del Consiglio internazionale degli aeroporti (ACI) che ieri, sabato 9 ottobre, è stato ospite al World Routes Milano 2021 ospitato da Sea a Milano. «E se vogliamo uscire da questa crisi dovremmo accollarci tutti questo debito: dagli aeroporti, alle compagnie, fino ai passeggeri», spiega De Oliveira, sperando in un rilassamento delle restrizioni sui viaggi.

Aeroporti abbandonati

Ospite d’eccezione al Vip Airline Leadership Programme, il primo incontro internazionale del settore aeroportuale ospitato in presenza dopo la pandemia da Sea, la società che gestisce MalpensaLuis Felipe de Oliveira è il direttore generale di Aci. Si tratta dell’Airports Council International, l’associazione di operatori aeroportuali civili costituita nel 1991 con sede a Montréal in Canada. E’ nel settore quella di riferimento globale. Per l’occasione De Oliveira ha voluto ribadire l’importanza di sostenere gli aeroporti in questo periodo di ripresa, soprattutto dopo il lungo periodo di blocco, nel quale però tutti gli scali, dal più piccolo e locale ai grandi aeroporti internazionali, hanno comunque dovuto sostenere costi e spese.

«E questo ovviamente ha causato un debito non indifferente, che qualcuno dovrà pur pagare. E gli aeroporti non possono essere lasciati da soli a pagare le conseguenze di una crisi senza precedenti», continua il direttore. Ricordando che nel 2020 gli oltre 500 scali rappresentati dall’Aci hanno perso il 60% dei passeggeri e, anche se la situazione sta migliorando, ci sono ancora molti nodi da risolvere. «Secondo le ultime previsioni entro il 2023 dovremmo ristabilire i livelli pre-pandemia per i viaggi domestici, mentre per quelli internazionali dobbiamo aspettare il 2024, ma non dimentichiamoci che in questo anno e mezzo gli aeroporti hanno comunque dovuto mantenere attive e sicure le strutture, sostenere il personale, organizzare voli per medicine e passeggeri. Quindi ora il rischio finanziario che abbiamo affrontato deve essere pagato non solo da noi,  ma anche dalle compagnie aeree e dai passeggeri e quindi le tariffe, che potrebbero anche aumentare, servono per mantenere i più alti standard di servizio».

Tariffe in aumento

Insomma, il messaggio è chiaro, le compagnie aeree si devono aspettare un aumento dei costi, che ricadrà di conseguenza anche sui passeggeri. La richiesta dell’Aci, però, è quella di condividere questi sforzi, in modo da ridurre al minimo i disagi, e soprattutto più libertà nella gestione dei viaggi. «In questo ultimo periodo abbiamo visto che le autorità civili aeroportuali hanno perso potere in favore di quelle sanitarie, che chiaramente non hanno la stessa prontezza nell’assumersi dei rischi. Vorremmo quindi che i governi da un lato riaprissero i confini e soprattutto che armonizzassero le procedure per spostarsi da uno Stato all’altro, in modo da dare più chiarezza anche ai viaggiatori».

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